É il momento di dire basta a questa economia malata

Vi presentiamo degli spunti di riflessione riguardo l'economia post Covid-19.

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PISA – Molti economisti, politici e comuni cittadini si basano sul PIL per osservare e comprendere le conseguenze economiche del COVID-19.

La soluzione che si intende suggerire?

La situazione è complessa: c’è chi crede che non si debba modificare la struttura produttiva attuale e c’è chi ricorda però che i mercati non regolamentati spesso producono troppo o troppo poco (vedi concetto “esternalità” negative).

Gli economisti criticano l’uso così superficiale del PIL e per questo lanciano un appello che mira a ricordare che PIL può nasconderci la realtà dei fatti per quanto riguarda posti di lavoro e fattori produttivi vari: lo stesso livello di PIL può essere associato a livelli di benessere molto diversi.

In ogni caso, il lock-down ci ha insegnato molto, ci ha fatto capire che il lavoro può essere gestito a distanza con conseguenze positive per il mondo e per l’uomo.

Dovremmo cogliere quel che di buono abbiamo imparato, dovremmo sfruttare maggiormente nuove risorse per abbandonare abitudini dannose e fonti di spreco. Dobbiamo ristrutturare l’organizzazione che fino a questo momento ha prevalso. Dobbiamo imparare a scindere le esigenze dei settori e a usare a nostro vantaggio le novità.

Potremmo passare a un’economia che genera meno rifiuti e utilizza meno sostanze tossiche, che impiega più persone in lavori che promuovono la sostenibilità locale, che ha settimane lavorative più brevi, che è più resiliente e che ha più spazio per l’etica, la giustizia e l’equità.

Dovremmo quindi trovare una formula per aumentare il PIL senza degradare il nostro ambiente, esattamente il contrario di quanto abbiamo visto negli ultimi anni.

Come riporta il sito dell’Università di Pisa (dipartimento di Economia e Management) queste sono le richieste:

Chiediamo ai governi e alle istituzioni di riorientare le nostre economie per allontanarle da un modello basato sulla produzione di beni che diventano rapidamente spazzatura.

Abbiamo urgentemente bisogno di un’economia che comporti rischi minori per l’umanità e che sia a basse emissioni di carbonio, che sostenga in modo efficiente ed efficace i bisogni e il benessere sociale.

Gli economisti dovrebbero essere coerenti con quanto insegnano nella loro disciplina e chiedere di trasformare l’economia per migliorare il benessere e compiere progressi verso la sostenibilità.

I firmatari di queste richieste:

Tommaso Luzzati, Simone D’Alessandro, Tiziano Distefano, Elisa Giuliani, Nicholas Ashford, Federico Demaria, Joshua Farley, Ralph P. Hall, Tim Jackson, Giorgos Kallis, Peter May, Massimiliano Mazzanti, Dan O’Neill, Begüm Özkaynak, Amy Showalter, Clive Spash, Hannes Vetter, François Briens, Claudio Cattaneo, Pablo Dominguez, Jordi Roca, Plumecocq Gael, Tiago Teixeira da Silva Siqueira, Junior Garcia, Adrián Saldarriaga Isaza, Lucas Ferreira Bleys Brent, Gabriel Porcile, Katia Romero, Ernest Aigner, Thais Diniz Oliveira, Juan David González Charlotte Guillard, Jose Carlos, Lukas Hardt, Stef Kuypers, Markus Krecik, Sylvie Ferrari, Ana Casquete, Joseph S. Weiss, Ademar Romeiro, Hartmann Hans J., Peter Graham, Pedro Alarcon, Robert Richardson, Madhavi Venkatesan, Jan Vávra, Anitra Nelson, David Robinson, Oliver Braunschweig, Judith McNeill, Giovanni Marin, Boyd Blackwell, Kanchan Chopra, Mario Morroni, Ingmar Schumacher, Jim Crosthwaite Crosthwaite, Roxana Juliá, Mladen Domazet, Stefano Menegat, Lekha Mukhopadhyay, Alpina Begossi, Oscar Gonzalo Manrique Diaz, Michele Filippo Fontefrancesco, Nick Martin, Thomas Hahn, Lino Sau, Paolo Coccorese, Christopher DeGeer, Davide Fiaschi, Matthew Evangelista, Neri Salvadori, Rachel, Graefin von Keyserlingk, Marta Marson, Jonas Van der Slycken, Domazet Mladen, Hofferberth Elena, Ines Oman, Pompeo Della Posta, Laurie Elizabeth Adkin, Alessio Moneta, Michele Carducci, Mauro Gallegati, Patricia Ellie Perkins, Barbara, Armani, Nicola, Meccheri, Rodolfo Metulini, Elena Vallino, Alida Sangrigoli, Gianni Vaggi, Simone Borghesi, Lorenzo Pellegrini, Miklós Antal


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