Oggi scade il termine per manifestare l’interesse a svolgere attività nelle Unità Speciali di Continuità assistenziale. Ma su questo fronte non si sarebbero ancora mosse finora né la Regione Lazio, né le aziende sanitarie territoriale. Sull’argomento, ecco il punto critico del dottor Franco Brugnola, tra l’altro, ex Direttore Amministrativo dell’Asl di Latina, che ribadisce l’estrema utilità del servizio.
“In base al D.L. 18/2020 ci dovrebbe essere una di queste USCA ogni 50.000 abitanti per cui in provincia di Latina ne servirebbero 12.
Alla data odierna, a differenza di altre regioni che sin dal mese di marzo hanno deliberato in Giunta regionale l’organizzazione di queste USCA, il loro numero, la loro articolazione nei distretti e definito i costi, nulla trapela dalla regione Lazio.
Silenzio anche da parte delle aziende sanitarie territoriali che dovrebbero organizzare a livello locale l’attività di questo nuovo servizio che dovrà intervenire presso il domicilio dei pazienti positivi oppure presso strutture residenziali, alberghi protetti, ecc.
Personalmente sono portato a ritenere che, tenuto conto della presenza a Sabaudia della Centrale d’ascolto della Guardia medica sarebbe opportuno che ci fosse anche una di queste Unità.
In un documento della regione si apprende che queste USCA dovrebbero essere coadiuvate anche dal team dell’Assistenza Proattiva Infermieristica (API) composta da un infermiere ogni 10.000 abitanti. Anche qui, sulla base della popolazione residente in provincia di Latina servirebbero 58 infermieri professionali articolati nei vari Distretti in base appunto alla popolazione.
Il Distretto 2, in cui vivo, che ha come capofila Latina, con i suoi 176.166 abitanti dovrebbe avere 18 infermieri professionali ubicati presso la sede del Distretto per quanto riguarda Latina e decentrati sul territorio possibilmente in ogni Comune.
Sabaudia, che è stata già individuata come sede per una Casa della Salute dovrebbe avere due infermieri professionali.
Si potrebbe trattare di un servizio molto utile che, una volta terminata l’epidemia potrebbe essere integrato nella CdS per la medicina di iniziativa e per potenziare l’assistenza domiciliare.
Ma dobbiamo attendere gli atti e l’avvio di questo nuovo servizio”.
Laureato in Giurisprudenza all’Università degli studi “La Sapienza”, con master in economia sanitaria presso l’Università di Tor Vergata, oltre alla Direzione Amministrativa dell’Asl di Latina, il dottor Brugnola ha ricoperto altri importanti incarichi dirigenziali in Regione Lazio e Ministero della Sanità. Dalla sua poliedrica esperienza è nata anche la pubblicazione di alcuni volumi in tema di gestione di enti pubblici, sicurezza urbana e, naturalmente, dirigenza sanitaria e amministrativa di distretto.


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