Le attività che influiscono in maggior misura sulla formazione del particolato PM10 hanno una correlazione con il Covid-19?

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Il particolato, indicato con la sigla PM (Particulate Matter) è costituito dalle sostanze sospese nell’aria sotto forma di aerosol (l’aerosolo è sistema chimico-fisico eterogeneo costituito da un liquido o un solido disperso in un gas). Il diametro del particolato è molto vario perché risulta compreso tra pochi nanometri (1nm è pari ad un millesimo di micron) e 500 micrometri (1 μm è pari a un millesimo di millimetro). Una legge fisica (1851), dovuta al fisico irlandese George Stokes, stabilisce, tra l’altro, che la velocità di caduta di una particella in un fluido per forza di gravità ha una velocità che è inversamente proporzionale alle sue dimensioni: più piccole sono le dimensioni maggiore è la permanenza nel fluido (che nel caso specifico è l’aria). Il particolato può avere origine da emissioni dirette come può essere il fumo emesso dalla combustione di legna (PM primario) o da precursori gassosi, tra cui l’ammoniaca NH3 prodotta dagli allevamenti di bestiame, gli ossidi di azoto NOx, prodotti in maggior misura dal trasporto di merci su strada, dagli autoveicoli e dall’industria, che subiscono delle trasformazioni chimico-fisiche in atmosfera (PM secondario). Da uno studio riportato nel numero 1/2017 della rivista Ecoscienza, condotto da Michele Stortini e Giovanni Bonafè (Arpae Emilia-Romagna: Agenzia Regionale per al Prevenzione, l’Ambiente  e l’Energia) riguardante una proposta metodologica per classificare le attività che maggiormente contribuiscono all’inquinamento da PM10, risulta che i suddetti gas inquinanti sono i maggiori precursori di PM10, ed in minor misura il biossido di zolfo SO2 e i Composti Organici Volatili COV. Considerando che su scala europea si stima che una tonnellata di ammoniaca NH3 produca 640 kg di PM10 e che una tonnellata di NOx produca 880 kg di PM10, sulla base delle caratteristiche ambientali del territorio emiliano-romagnolo si stima che una tonnellata di ammoniaca dia luogo alla formazione di 170 kg di PM10 e una tonnellata di ossidi di azoto ne dia 230 kg.

Dato che l’Emilia-Romagna è confinante con il Veneto e la Lombardia, due regioni che fanno anche parte del territorio padano, si potrebbe avanzare l’ipotesi che questi valori sia validi anche per le suddette regioni? A causa del lockdown domestico, che ha comportato un forte riduzione anche del traffico stradale, si potrebbe ipotizzare che il particolato tuttora esistente nell’aria del suddetto territorio sia dovuto agli allevamenti di bestiame? E ancora si potrebbe prospettare l’ipotesi che ivi il numero di contagiati dal Covid-19, tuttora elevato, sia correlato con il persistere del particolato PM10?

Dalla ricerca Strategies to mitigate the COVID-19 pandemic risk”, condotta da un team di ricercatori dell’Università di Catania al fine di individuare le cause in base alle quali la diffusione della pandemia sia stata più veloce e letale in alcune regioni dell’Italia settentrionale rispetto a quelle centrali e meridionali, è risultato che ci sia “una interessante e forte correlazione fra l’impatto della pandemia da Covid-19 e diversi fattori che caratterizzano in maniera diversa le regioni italiane quali l’inquinamento atmosferico da PM10 …”.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).