SABAUDIA – Frodavano il fisco e giravano in Porsche, in manette i tre titolari di uno studio di consulenza fiscale a Sabaudia. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina – coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina – hanno disvelato l’esistenza di una collaudata organizzazione criminale, avente la propria “cabina di regia” nel capoluogo pontino, dedita alla sistematica frode fiscale nonché alla commissione di svariati delitti contro la persona (violenza e minaccia), il patrimonio (rapina, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, trasferimento fraudolento dei valori, bancarotta fraudolenta) e reati di natura tributaria (emissioni di fatture per operazioni inesistenti, occultamento/distruzione di documenti contabili e indebite compensazioni tributarie).

Nell’ambito di un’articolata operazione di polizia giudiziaria denominata “HOME BANKING”, i Finanzieri della Tenenza di Sabaudia, sotto il coordinamento del Gruppo di Latina, hanno individuato un meccanismo fraudolento particolarmente insidioso per gli interessi erariali realizzato da uno studio di “consulenza” fiscale e commerciale, risultato poi privo dei prescritti requisiti abilitativi. In particolare, lo stesso ha consentito, grazie a particolari artifizi, ai propri clienti (n. 130 soggetti economici) di compensare illecitamente debiti tributari e previdenziali (per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro) maturati nei confronti dell’Erario con crediti d’imposta fittizi, eludendo in tal modo i controlli fiscali automatizzati da parte dell’Agenzia dell’Entrate.

In cambio dell’illecito risparmio d’imposta, i clienti del citato studio di “consulenza” erano soliti pagare la somma di denaro pattuita pari ad 10% del debito erariale maturato: accordi questi che, nel tempo, hanno consentito al sodalizio criminale di realizzare complessivamente illeciti profitti per oltre 1.000.000 euro e di acquisire la disponibilità di lussuose autovetture (Porsche Panamera, Cayenne, Carrera, etc.) e di n. 3 natanti (un’imbarcazione di 15 metri, un gommone di circa 8 metri e una potente moto d’acqua).

L’attività investigativa ha permesso, inoltre, di accertare che, in taluni casi, alcuni imprenditori, non riuscendo ad onorare per tempo il debito contratto a titolo di compenso con la predetta organizzazione criminale, sono stati costretti – con la prospettata minaccia di “riavviare” l’ordinaria procedura per il pagamento dei debiti erariali maturati – a trasferire alla menzionata organizzazione criminale la disponibilità di beni di lusso di valore di gran lunga superiore a quello pattuito.


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