Giustizia per Serena Mollicone, oggi l’udienza preliminare: l’Arma dei Carabinieri sarà parte civile al processo

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CASSINO – Giustizia per Serena Mollicone, oggi l’udienza preliminare: l’Arma dei Carabinieri sarà parte civile al processo. L’Arma dei Carabinieri è stata ammessa come parte civile al processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce uccisa nel 2001. E’ quanto ha deciso il gup Domenico Di Croce al termine della Camera di Consiglio sull’ammissibilità delle parti civili. La costituzione di parte civile dell’Arma è stata ammessa nei confronti di tutti gli imputati. Ammessi come parti civili anche i familiari di Serena Mollicone e la figlia e i familiari del brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008.

L’udienza preliminare riprenderà il 7 febbraio prossimo. Oltre a questa, nel mese di febbraio sono state calendarizzate altre due udienze mentre la decisione sul rinvio a giudizio dovrebbe slittare a un’udienza successiva. Il gup di Cassino Domenico Di Croce dovrà decidere se rinviare a giudizio l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco e il maresciallo Vincenzo Quatrale, che sono accusati di concorso nell’omicidio. Quatrale, inoltre, è accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Infine il gup dovrà pronunciarsi anche sul rinvio a giudizio dell’appuntato Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.

Tra gli indagati in aula oltre a Suprano, già presente alla scorsa udienza, c’era l’ex maresciallo Mottola. “Siamo fiduciosi” ha detto Mottola, spiegando che il figlio non è andato in udienza “perché era influenzato”.

Assente Guglielmo Mollicone, padre di Serena, ricoverato in ospedale dal 26 novembre scorso in seguito a un infarto e ancora in condizioni critiche. “Io mi batterò ancora per Guglielmo affinché ci sia giustizia per Serena. Auspico che tutti quelli che hanno sostenuto questa battaglia fino ad oggi continuino a farlo” ha detto l’avvocato Dario De Santis, legale del padre di Serena. “Guglielmo è in ospedale ancora in rianimazione in gravi condizioni, questo gli impedisce di essere presente nell’udienza relativa al procedimento penale per cui si è battuto con coraggio e tenacia”, ha aggiunto l’avvocato rispondendo ai giornalisti visibilmente commosso. “Partecipo evidentemente emotivamente a questa situazione – ha spiegato De Santis – Un destino crudele si accanisce ancora contro Guglielmo, non viene meno la sua istanza di giustizia così grande e forte che è diventata emblematica e condivisa da innumerevoli persone”.

Davanti al tribunale è stato organizzato un sit in dal gruppo ‘Siamo tutti Guglielmo Mollicone’. “Siamo tutti parte lesa-giustizia per Serena”, si leggeva sul volantino. “Siamo qui non solo per Serena ma per tutte le donne vittime di violenza”, ha detto una delle promotrici della manifestazione.

“Attendiamo il verdetto ma siamo sicuri di quello che succederà. Il fatto che Guglielmo Mollicone non è qui fisicamente si sente, per me era un sostegno, era il mio pilastro, però è come se ci fosse, io rappresento lui e i familiari, lui è qui con noi” ha detto arrivando all’udienza preliminare Maria Tuzi, figlia del brigadiere Santino Tuzi (VIDEO). Il brigadiere dichiarò di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma dei carabinieri di Arce il 1 giugno del 2001, versione che poi ritrattò e che riconfermò qualche giorno prima di morire. “C’è anche mio padre con le testimonianze che ha lasciato e le piccole cose che abbiamo trovato nei documenti”, ha aggiunto Maria Tuzi. Poi, rispondendo alle domande dei giornalisti che le chiedevano un commento sulle affermazioni della difesa della famiglia Mottola su suo padre, la figlia del brigadiere ha sottolineato: “I documenti parlano chiaro, noi li abbiamo letti bene e sappiamo cosa c’è scritto. Non mi preoccupa quello che è stato detto. Secondo me non sono stati letti bene i documenti”.

Maria Tuzi ha parlato anche al termine dell’udienza preliminare: “Piano piano arriveremo alla verità“. “Siamo contenti perché siamo stati ammessi come parti civili – ha aggiunto – i documenti da studiare sono tanti quindi ci vorrà un po’ di tempo per arrivare alla decisione sul rinvio a giudizio”.

A margine dell’udienza preliminare l’avvocato Francesco Candido, difensore del maresciallo Vincenzo Quatrale, parlando dell’intercettazione citata nella richiesta di rinvio a giudizio della procura ha osservato che “quelle frasi sono state dette in un contesto finalizzato a raccogliere elementi, comandato, quindi non c’è nessun tono intimidatorio. Ci sono documenti e certamente c’era un obiettivo di chi stava indagando. Non era un colloquio confidenziale, era una registrazione ambientale quindi è evidente che c’è stato un presupposto di indagine”. “Io ho ascoltato l’audio ed era un tono assolutamente tranquillo di persona comandata per fare un atto di quel tipo nei dovuti modi”, ha aggiunto escludendo che il suo assistito abbia istigato al suicidio Santino Tuzi.

Al Tribunale di Cassino anche Carmine Belli, il carrozziere che fu processato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere per il delitto della 18enne e assolto nei tre gradi di giudizio. Il verdetto definitivo fu emesso dalla Cassazione nel 2006. “Sono qui per due motivi: per Guglielmo Mollicone e per chiedere giustizia per Serena” ha risposto Belli ai giornalisti.


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