Dal Sud della provincia di Latina – distrutta dalle bombe – centinaia di bambini si recarono nel Nord dell’Italia. Partirono da Minturno, Scauri, San Cosma, Castelforte, Formia, Gaeta. Una pagina poco nota dell’Italia appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale: quella dei “treni della felicità”. Sono i convogli che portarono da Sud a Nord – accolti per mesi da famiglie che diedero loro tanta cura, affetto e istruzione – migliaia di bambini di categorie finite in tragica fame. Alcuni rimasero a vivere con le nuove famiglie, altri tornarono nei luoghi nativi. In tutto furono settantamila i giovanissimi partiti in cerca di una vita migliore.
A pensare questa a questa forma di solidarietà è, per primo, un gruppo di attiviste del Pci iscritte all’ Unione Donne Italiane che hanno l’idea di chiedere alle famiglie contadine del Nord di accogliere i più bisognosi. Li porteranno in treno. Il primo convoglio parte da Roma il 19 gennaio del 1946 alla volta dell’Emilia e della Toscana: è carico di bambini provenienti dalla capitale e dalla martoriata provincia di Latina. A breve ne partirono altri da Napoli.
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