Il boom economico di Latina negli anni sessanta e il grattacielo Key

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Amarcord, latina di una volta. Tutti conoscono il Grattacielo Key, in totale abbandono al centro della città di Latina, un brutto biglietto da visita per chi arriva per la prima volta ma anche per i residenti che rimangono di stucco davanti a un edificio che potrebbe rappresentare un vero e proprio fiore all’occhiello per Latina. Le note vicende giudiziarie relative al passaggio di proprietà hanno portato a varie condanne e la confisca dell’immobile da parte della magistratura pontina. Per ora non si hanno notizie su un impiego futuro. Anni fa una parte è stata ristrutturata, un’altra presenta un desolante vuoto. L’opera è stata realizzata nel 1966 con il progetto architettonico a cura del bravissimo e geniale Vittorio D’Erme, su iniziativa di Angelo Cucchiarelli e dei suoi figli e l’impresa edile di Santino Palumbo.
L’edificio, prestigioso, è composto di tredici piani fuori terra per quattordici solai, compreso il piano attico ed un torrino di copertura per i vani contenenti il gruppo ascensori e montacarichi. Il fabbricato rappresentava a Latina l’unico esempio di edificio multipiano a sbalzo. Il grattacielo è stato fino al 1981 adibito ad esposizione di mobili ed ha ospitato una delle attività commerciali più innovative. Grazie alla lungimiranza dei Cucchiarelli il design d’autore ha fatto capolino a Latina negli anni del boom economico.
La marcia verso Latina è un punto di riferimento tale che anche un giornale importante come il “Corriere della sera”, nel 1962, dedica un’intera pagina all’emancipazione dell’Agro pontino che da terra paludosa diventa una zona d‘Europa di produzione e di consumo. I salari cominciano a salire, anche se la media salariale è bassa e non corrisponde ai profitti delle imprese. Compaiono beni durevoli come automobili, televisori, elettrodomestici, comprati spesso a rate. Si viene a conoscere l’importanza della plastica con un materiale come il moplen.
Il boom economico non è privo di contraddizioni. L’automobile spicca come bene sociale, tanto che chi guida una fiammante spider non vuole essere vicino a chi è al volante di una utilitaria. Nel 1954 la Rai, dopo anni di esperimenti, comincia le trasmissioni ufficiali su tutto il territorio nazionale, grazie ad uno staff di giornalisti di primordine che hanno cominciato a lavorare in campo radiofonico per poi diventare abili commentatori soprattutto nel campo sportivo. Mike Bongiorno, arrivato in Italia per combattere nelle fila della Resistenza, diventa famoso con il suo quiz “Lascia o raddoppia?”. Mentre gli analfabeti possono imparare a leggere e scrivere seguendo la trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”, preparata dal famoso maestro Manzi, molto popolare in tutte le case degli italiani. In pochi anni il numero degli analfabeti viene dimezzato grazie alla presenza di scuole materne ed elementari su tutto il territorio e alle scuole di avviamento professionale. Un ruolo importante hanno avuto le scuole serali riservate agli studenti-lavoratori, che permettevano di ottenere un diploma conservando la busta paga di operai. Sul finire degli anni Cinquanta le campagne si svuotano alla ricerca del posto in fabbrica anche se molti conservano gli appezzamenti di terreno per darli in affitto o coltivarli nei momenti di libertà. Nelle zone a forte vocazione vitivinicola le fabbriche vedono un drastico calo di presenza nel mese di settembre, quando, finti ammalati, grazie a medici compiacenti si interessano solamente della vendemmia.
Erano periodi densi di novità divertenti ed elettrizzanti, con gli Italiani che aspiravano a guidare un’utilitaria. A Latina era la Fiat, diretta da Fernando Bassoli a vendere il maggior numero di Fiat 600, automobile nata nel 1955. Lui era un commerciante nato, proveniente da quella bassa padana che in quanto a operosità era sempre stata tra i primi posti in Italia.
Alcune famiglie di Carpi raggiunsero Latina, nel periodo anteguerra, in quanto “esperte” di bonifiche, dopo aver lavorato con la società di bonifica Parmigiana-Moglia. Al Circolo il “carpsan”- questo il nome dialettale degli abitanti di Carpi – si faceva vedere appena terminata la giornata lavorativa, portando entusiasmo e quello spiccato senso di voglia di fare degli emiliani, epicurei per eccellenza.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.