Il Buongiorno Dell’Amico. I disobbedienti

Buongiorno e buon venerdì, arrabbiato...

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Le proteste dei ristoratori a Roma - Foto Corriere Roma

Apparve sul cielo di Massa un sole circonfuso da corona che mi apparve segno spettrale e pauroso della pandemia che a livello mondiale aveva preso piede. Ancora una volta, a distanza di un anno, ho avuto la prova ontologica che non è della Natura che si deve temere (per mestiere, se non fosse ostacolata da quell’essere denominato “homo sapiens”, farebbe il suo “mestiere” determinando il corso degli eventi naturali) ma della
categoria umana degli insensati. Per oltre un anno, io e la stragrande maggioranza dei cittadini apuani che ritengo la pensino come me, abbiamo subito gli sproloqui telematici di un fascistissimo neo marciatore su Roma, orinatore sul Viminale che pubblica video di medici che prelevano organi di pazienti morti ricoverati per covid 19, ultranegazionista no coronavirus, no vax, no mask (già abbondantemente preso di mira e per il culo dalla
trasmissione “Le Iene”, per cui lo lascio nell’oblio della sua insensatezza, inopinatamente ancora a piede libero). Per oltre anno, un editore massese settecervelli mi e ci ha smarronato con la sua #farsaspettraledelcoronavirus ed ha scritto in un post su Facebook, mai cancellato, che: “ne sa più lui sul coronavirus di tre medici laureati messi assieme” (dando la cifra della sua misera supponenza intellettuale e che non citerò per nome e cognome,
appositamente, solo per non alimentare il suo narcisismo maligno che gli deriverebbe dall’essere menzionato pubblicamente). Fautore a Massa di varie manifestazioni pubbliche no coronavirus, no vax e no mask ed autore di sceneggiate pubbliche alle Poste Italiane di Massa e all’ IKEA di Pisa, pretendendo di entrare senza mascherina e sventolando testi di legge che proibiscono di travisarsi in pubblico. Dopo un anno, leggo, con il risalto di una
pagina, esattamente la 12, in cronaca di Massa de Il Tirreno, sotto Emergenza coronavirus: i disobbedienti, il titolo di un articolo di Melania Carnevali, ristoratrice multata 10 volte in tre mesi: “Rimango aperta perché è il mio diritto”, in cui l’intervistata, socia del ristorante Lorens di Marina di Massa, per ribrezzo intellettuale non cito per nome e cognome (che se uno è curioso può andare a recuperare nel suddetto articolo), afferma che dal 15 gennaio il suo ristorante è tornato in piena attività (con pochi clienti), a pranzo e spesso a cena, nonostante i divieti ed il coprifuoco. Costei afferma anche di aver incassato di ristori € 3.000 ad agosto 2020, altri 7.000 a settembre e di aver ricevuto, per provvidenza governativa, 25.000 € di prestito. Poi ci narra, ineffabilmente, di aver aderito dal 15 gennaio al gruppo #iorestoaperto e deciso di andare contro le disposizioni del governo emanate per DPCM, ritenute illegittime. In questa disubbidienza, dichiara, è stata supportata da Tutela Istituzionale, un gruppo di persone che ha l’obiettivo di contrastare gli errori e le conseguenti disfunzioni poste in essere dal potere esecutivo. “La mia non è una protesta, non è una forma di ribellione, Io sto solo esercitando i miei diritti. Di vivere, di lavorare, della mia libertà”. Ci fa sapere, la ristoratrice, che avrebbe accettato la sospensione dei diritti dell’uomo se essa fosse durata un mese o due, ma essendo andata avanti da oltre una anno, è andata in depressione ed ha deciso di di non richiedere più elemosine ed aprire “a manetta”. Le multe elevatele, sembra una decina in un trimestre, sono di 400 € (riducibili a 280 se pagate subito.).

La disobbediente ovviamente non le pagherà: ha fatto ricorso su consiglio del “team giuridico” sopranominato. L’incoerenza, a tutte le persone normali, apparirà di “evidenza scientifica”. Anche il ladro ritiene di esercitare il proprio diritto di sostentarsi, disobbedendo alle leggi, andando a rubare per protesta contro le ingiustizie del mondo e del governo. Con questo assioma tutti potremo ritenerci di farci giustizia da soli. “Governo ladro” tu mi dici di chiudere il ristorante ed io, come un novello Robin Hood alla rovescia, “Io apro!”. Non per togliere ai ricchi e dare ai poveri, ma per mettermi i soldi in saccoccia di clienti complici simil-negazionisti del coronavirus. “Io apro” e vado in culo a tutti i colleghi della ristorazione che, ligi alle leggi, hanno tenuto chiuso il loro esercizio. Io sto dalla parte degli onesti commercianti e ristoratori, sono solidale con le loro sofferenze umane e comprendo le loro proteste in piazza, se non degenerano in violenze e tentativi di assalto a Montecitorio. Io aborro chi si
ammanta di un aurea da “disobbediente radical chic” per fare i cazzi propri, al di sopra del bene (comune) e del male (il coronavirus). Provo vergogna di appartenere allo stesso genere di chi si comporta in modo così ignobile. Altro che articoli sui giornali: meriterebbe la colonna infame! Sono incazzato nero con il governo precedente ed attuale che non hanno ancora predisposto misure adeguate a tutela della salute pubblica, continuando a comminare per i trasgressori recidivi, ridicole multe (che potrebbero andare in cavalleria in un successivo condono tombale) e non intimando la chiusura con i sigilli al locale, procedendo all’arresto in flagranza di reato, procedendo a processo per direttissima, con equa condanna che preveda la galera per chi, per propri venali interessi economici, attenta alla salute dei cittadini.


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Evandro Dell'Amico Nato a Carrara ma residente a Massa, Laureato in Lettere Moderne a Pisa nel 2014, ho lavorato per oltre 40 anni nel SSRT. Come sindacalista CGIL Versilia e Massa ho dato il mio impegno in materia di programmazione sanitaria, a tutela della salute del cittadino e dei diritti degli operatori. Dal 2013 ho scritto 4 libri di memorie, su miei familiari, militari nella 2^ G.M. Ho organizzato eventi culturali in memoria della Cineteca di mio padre Bruno, valente cineasta tra gli anni 60/80, Ho collaborato con lui nella realizzazione dei 33 filmati girati nel comprensorio di Massa, dalla ricostruzione di episodi della Resistenza Apuolunigianese a documentari sulle cave di Carrara.