LONDRA – Si chiama Federico Buompane, ha 15 anni e ormai da 5 vive a Londra dopo aver lasciato la sua città natale, Latina, insieme alla sua famiglia. La sua idea? “We Roast in the Metaverse“, la prima torrefazione totalmente concepita per il metaverso.

Quest’ultima rappresenta il progetto conclusivo di una work experience assegnatagli dalla sua scuola, il St. Gabriel’s College di Londra: tuttavia, a differenza di tanti progetti ideati perché richiesti nel processo scuola-lavoro, questo è stato realmente realizzato ed è già nella fase di crowdfunding. Nonostante We Roast esista già nella realtà, infatti, il progetto del giovane Federico porterà la torrefazione nel mondo online, rendendola la prima azienda di questo ambito ad aprire nel metaverso.

La scelta della torrefazione nasce dalla connessione con la mia famiglia, la quale da decenni è impegnata nella produzione e commercializzazione del caffè, partendo dall’Italia e approdando nel Regno Unito, in particolar modo Londra, dove opera da cinque anni attraverso una serie di caffetterie a gestione diretta, distribuzione verso altre attività e gestendo la più grande torrefazione attualmente esistente nella zona centrale di Londra” ha raccontato lo studente di origini pontine in una recente intervista: “Quello che voglio fare, attraverso il mio progetto, è portare innovazione al business di famiglia, creando e diffondendo conoscenza a favore della mia stessa generazione, quella che fruirà maggiormente del metaverso nel prossimo futuro”.

Ad affiancare Federico Buompane è la Spatial Port, società hi-tech di San Francisco, che sta mettendo a disposizione del giovane studente il suo know-how nel campo del metaverso realizzando uno store virtuale a tutti gli effetti che andrà oltre il classico concetto dell’ecommerce. “Quello che voglio portare come valore aggiunto in We Roast si basa su due colonne portanti: tecnologia e sostenibilità. Il metaverso è una rete interconnessa di mondi virtuali 3D che alla fine funzionerà da porta di accesso per quasi tutte le nostre esperienze online, di qualsiasi genere, annullando del tutto il sottile confine tra mondo virtuale e fisico. Attraverso una dedicata blockchain potrà essere monitorato l’intero processo produttivo, a partire dalla semina, passando alla raccolta, trasporto, produzione e acquisto finale. Inoltre si punterà tantissimo sulla divulgazione attraverso il gaming, l’attività indubbiamente più familiare alla mia generazione. Il gaming attraverso i visori VR aiuterà i ragazzi ad accrescere in loro la cultura di tutta la filiera del caffè. Infine la sostenibilità: il caffè è la bevanda più bevuta al mondo ma contribuisce purtroppo anche ai cambiamenti climatici a causa di una produzione, da parte di alcuni, per nulla sostenibile. La mia generazione ha quindi il dovere di informarsi sul mondo che l’attende e di mettere in atto qualsiasi azione necessaria per migliorarlo. E questo passerà anche dal richiedere che l’espresso che un giorno berranno a casa o in ufficio, venga realizzato in maniera sostenibile e rispettosa. Solo la tecnologia, e il metaverso, potranno permettere di ottenere queste certezze”.

We Roast in the Metaverse è già nella fase avanzata e attraverso un’attività di crowdfunding sarà finanziato e realizzato in tempi brevi, grazie anche al benestare ricevuto da due importanti figure del settore: Genevieve Leveille, Ceo e fondatrice di Agriledgere azienda leader a livello internazionale nell’applicare la tecnologia della blockchain all’agricoltura, e Joseph De Villiers Ceo di World Coffee Alliance, una rete mondiale di professionisti e consulenti specializzati nel mondo del caffè.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIU’ RISPETTO A QUESTO INNOVATIVO PROGETTO

 


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedente‘Ndrangheta, l’Operazione Planning tocca anche la pianura Pontina: tra i 12 arrestati i fratelli Gangemi
Articolo successivoLido Peter Pan, parla LBC: “Problema gestionale e non politico: disabilità non sia tema per fare campagna elettorale”
Laurea triennale in "Scienze della comunicazione e dell'informazione" presso Università degli Studi Roma TRE. Laurea Specialistica in "Media, Comunicazione digitale e Giornalismo" presso Università La Sapienza di Roma. Aspirante giornalista e addetto stampa presso vari enti locali, scrivo di cronaca, politica, società e sport.