Il candidato unico: se i giovani son (poco) democratici

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LATINA- Una strana concezione di Democrazia e dibattito interno s’aggira dalle parti dei Gd. Acronimo che, comprensibilmente, può non dir nulla ai più e che sta per “Giovani Democratici”, la giovanile del Partito Democratico.

Ieri, via Zoom, è stato celebrato il Congresso provinciale dei giovanotti del partito. Essendo democratici, pienamente consci delle dinamiche di un sistema liberale, vi aspettereste una pluralità di candidati alla Segreteria provinciale. Quindi tesi, idee, visioni del mondo e del partito opposte sfidarsi lealmente.

Pare invece sia stato eletto Leonardo Majocchi quale candidato unico alla Segreteria. Ma come, persino nelle assemblee di condominio v’è un minimo di competizione – il più delle volte scomposta e sguaiata, a dire il vero – per nominare l’amministratore, possibile che non voli una mosca di dissenso fra i giovani piddini?

Tutti allineati a marciare  per un unico Segretario. Attraverso quale dibattito interno, quale programma, quali strategie per le elezioni prossime venture? Ricordo a me stesso che il capoluogo, Latina, fra pochi mesi (salvo rinvii) andrà alle urne.

Tra l’altro una giovanile di partito dovrebbe, come minimo, raccordarsi politicamente con la “casa madre” che – sarebbe bene ricordare ai ragazzi – non è né Leu né Lbc (partiti e movimenti ai quali i Gd sembrano più affini) ma il Partito Democratico. Pare che il Segretario Provinciale dem, il Sen. Moscardelli e quello comunale Franca Rieti nonché Enrico Forte che, fino a prova contraria, sarebbe Consigliere Regionale e Comunale nulla abbiano saputo circa le modalità operative di questo congresso così fantasiosamente democratico.

La Democrazia interna è una delle regole basilari delle organizzazioni sociali e politiche. Il Politburo andava bene nei regimi criminali e sanguinari dell’ex Unione Sovietica verso i quali, ne sono certo, questi Giovani (poco) Democratici nutrono sincera avversione.

Sovente, in politica, la forma può essere salvata da alcune delicatezze simboliche: predisporre, ad esempio, una candidatura di bandiera da coinvolgere nel governo del movimento una volta eletto il Segretario designato dagli organismi dirigenti.

La democrazia liberale è una cosa seria, faticosa da apprendere soltanto per i nostalgici del “socialismo reale”.

Categoria nella quale rifiuto categoricamente di annoverare ragazzi nati decenni e decenni dopo il 1989.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.