ROMA – Ha chiesto aiuto ai carabinieri per denunciare la madre e i fratelli che lo costringevano a chiedere l’elemosina. Una vita da schiavo. Sfruttato e maltrattato. A raccontare quanto successo, un bimbo rom di 11 anni che vive in un campo nomadi abusivo di Tor Sapienza. Un racconto ritenuto credibile, confermato dai lividi sul corpo riscontrati dai medici del pronto soccorso. Segni recenti e più datati che non hanno lasciato dubbi ai carabinieri di San Basilio che, davanti la porta della loro caserma, si sono trovati il piccolo: «Mia madre mi mena in testa e dietro la schiena se mi rifiuto di andare a cercare il ferro e il rame in giro per i cassonetti, e se non porto i soldi a casa».

La donna, di 37 anni, è stata così arrestata per maltrattamenti e lesioni aggravati su minorenne. Ma le indagini dei carabinieri non sono ancora concluse. Oltre la donna, ai pestaggi potrebbe aver partecipato anche il fratello maggiore dell’undicenne. Non solo, alla madre potrebbero essere contestati altri reati, come quello di aver impedito al ragazzino di frequentare la scuola dell’obbligo. Questo perché il piccolo, durante l’audizione protetta con una psicologa ha raccontato anche che sarebbe stata sua intenzione continuare ad andare a scuola dopo la quinta elementare, ma la madre non glielo avrebbe permesso. È questa l’ipotesi dei carabinieri che hanno mandato il fascicolo al gip Paolo Andrea Taviano che ne ha disposto l’arresto all’inizio di agosto, anche se la notizia è stata resa nota solo ieri da Leggo e poi uscita sulle agenzie e gli altri quotidiani.


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