Il neo Senatore Calandrini: «Spero di lasciare un segno, bisogna fare squadra per Latina e tutta la provincia»

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LATINA – «Per 15 anni mi avete raccontato seduto sui banchi del consiglio comunale, mi auguro che continuerete a farlo ora che sono diventato senatore, perché il mio impegno continuerà sul territorio». Nicola Calandrini, nominato senatore da un paio di settimane, ci teneva a incontrare la stampa. Nessuna polemica, nessuna sollecitazione, solo un ringraziamento e un invito pacato e quasi distante per continuare a seguire la sua passione ‘di fare’ per la città di Latina.

Nicola Calandrini, 53 anni, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, archivia così la pagina più brutta della sua carriera politica e amministrativa, rubricando nello scaffale dei ricordi la sconfitta subita nel ballottaggio a sindaco nel giugno 2016 ad opera di Damiano Coletta. Anzi. «Tendo la mano a Coletta, perché il mio ruolo è questo e, in sincerità, lo stesso Coletta si è reso disponibile. Infatti, sapete qual è ora il mio sogno? Fare per la prima volta squadra per questo territorio, tra deputati regionali e parlamentari siamo in otto, un bel numero: se saremo uniti la provincia potrà rilanciarsi». L’entusiasmo di Calandrini è sempre lo stesso, sembra ieri quando s’affacciò per la prima volta nell’assise del capoluogo, era il 2002, il primo mandato di Vincenzo Zaccheo sindaco, tant’è che conserverà lo scranno di consigliere d’opposizione, convinto «di lasciare un segno in questa città come senatore», sebbene Calandrini, obiettivo e pragmatico, sa che «il clima in Parlamento non è buono. Dopo le consultazioni europee avremo un quadro più chiaro e sapremo se si dovrà di nuovo andare alle urne. Salvini? In aula si vede poco. Al pari di Matteo Renzi». Come a dire, i leader di due dei maggiori partiti nazionali sono impegnati in campagna elettorale piuttosto che ragionare su come far uscire il Paese dalla panne in cui è ingolfato. Intanto l’impegno amministrativo statale del neo senatore è indicato nelle commissioni d’appartenenza, quella della programmazione economica e quella di bilancio, più quella bicamerale che sta studiando come applicare in futuro il federalismo fiscale. Certo, il primo intervento, guarda caso, è scivolato sul territorio e abbraccia le isole di Ponza («di cui sono innamorato» ammette) e Ventotene, poiché ha firmato una proposta di legge su come attuare nelle isole minori una sorta di zona franca, già esistente in altre acque europee (Canarie o Madeira, tanto per intenderci). Insomma, l’impegno per il territorio resta fondamentale nella strategia e nella passione politica del senatore Calandrini, declinando in modo deciso una eventuale (e improbabile) ricandidatura a primo cittadino di Latina. «Ho già dato – risponde secco a una precisa domanda -, ben consapevole che la vittoria di Coletta è frutto della sconfitta del centrodestra prima delle elezioni, poiché l’attuale sindaco non ha fatto nulla per sedersi in piazza del Popolo. Quella sconfitta oggi è stata lenita da questo colpo di fortuna e la vita ancora una volta ha dimostrato che è fatta di coincidenze».

I prossimi impegni? Cominciare il Grand Tour nella provincia di Latina per incontrare i 33 sindaci e ascoltare esigenze e criticità, sostenere Nicola Procaccini, sindaco di Terracina, nella corsa alle elezioni europee di maggio («abbiamo ottime probabilità di eleggerlo deputato a Bruxelles» dice sicuro) e intanto ricevere il 10 aprile l’abbraccio ufficiale dell’onorevole Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, al Teatro Moderno del capoluogo. Per continuare a lavorare per il territorio pontino.


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