Il pensiero di grande attualità di Pier Paolo Pasolini, cineasta e letterato, in sintesi

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Per lo scrittore Alberto Moravia, Pasolini è stato un intellettuale con le sue contraddizioni  manifeste, ma ha costituito una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un’epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile.

Abel Ferrara, il regista del film Pasolini (2014), che è cresciuto guardando le sue opere, descrive gli avvenimenti vissuti dallo scrittore nei giorni precedenti la sua terribile morte avvenuta il 2 novembre 1975. Essi mettono in risalto il suo modo di vedere la società flagellata dagli stereotipi imperanti, lo scandalo della contraddizione e la necessaria distinzione tra morale e moralisti. Lo stesso Pasolini nel suo celebre romanzo Ragazzi di vita (Garzanti, 1955), tratteggia le condizioni dei giovani emarginati per evidenziare la situazione del sottoproletariato urbano, che vivono sulla soglia del crimine, mostrando una genuina vitalità ancestrale che contrasta con i valori borghesi. Con loro Pasolini giocava anche a pallone e con alcuni di essi occasionalmente ne condivideva i pasti presso una trattoria dove andava con una certa frequenza. Non v’è certezza che la sua malasorte sia  conseguenza della omosessualità, nota a tutti, che lo caratterizzava o delle sue giovanili frequentazioni. Lo scandalo legato a questa sua tendenza sessuale lo coinvolse, nel 1949, mentre insegnava a Casarsa, nel Friuli. Fu costretto, per questo, ad abbandonare l’insegnamento e a trasferirsi a Roma, dove rimase assieme alla madre  Susanna sino alla morte.

Il filosofo e giurista catanese Pietro Barcellona, nel suo saggio La Parola Perduta. Tra polis greca e cyberspazio (ed. Dedalo, 2007), ne tratta un profilo molto convincente.  In esso, infatti, Barcellona ponendo l’accento su lo scandalo della contraddizione, scrive che … Pasolini eretico, impegnato politicamente a denunciare i crimini del Palazzo … evidenzia la degenerazione antropologica del ‘popolo’ italiano in ‘massa’ di teledipendenti, ottusi consumatori di immagini e merci … . Aggiunge che Pasolini è un tragico greco, sostanzialmente impolitico perché ossessionato, fino alla terribile morte, dall’urgenza delle passioni ancestrali, dai tumulti del cuore nell’ambito delle dinamiche esistenziali … è critico della modernità dell’omologazione, del fascismo come abbrutimento e passivazione della ‘massa’, come culto della violenza senza scopo, come conformismo gregario da caserma; critico del presente in nome di un passato eroico di ‘peccatori innocenti’ come i contadini e i nuovi proletari delle borgate … ha accusato la borghesia di ridurre la vita a finzioni e ipocrisie … . E che rileva anche …. la lacerazione di essere ‘con se stessi e contro se stessi’: una contraddizione irrisolvibile, la ricerca di una comunicazione non linguistica, pre-linguistica, là dove il dionisiaco insidia la certezza luminosa di Apollo … . Aggiunge inoltre che la contraddizione tragica è ciò che rende Pasolini attualissimo, se si intende la contraddizione non come una contraddizione dialettica ma come una permanente e irresolubile coesistenza degli opposti … perché  senza contraddizione/conflitto non c’è ‘vita’. A tal proposito, il regista Ferrara, nel citato film, tramite la figura di Epifanio che nell’inseguire una cometa si accorge che gli viene negato il paradiso, rafforza il pensiero di Pasolini secondo cui scandalizzare sia un diritto, essere scandalizzati un piacere e chi rifiuta il piacere di essere scandalizzato è un moralista, il cosiddetto ‘moralista’.  Il moralismo per Pasolini è, in definitiva, uno strumento del potere che nega la libera scelta all’individuo e il moralista che dice di no agli altri è il guardiano della tradizione senza vitalità perché si oppone al pensiero diverso, al fertile pensiero fuori dal gregge. Si contrappone, per necessità spontanea al moralista, l’uomo morale che dice di no solo a se stesso. E tutto questo deriva da Il potere … un sistema di educazione … uno stesso sistema educativo che ci forma tutti, dalle cosiddette classi dirigenti, giù fino ai poveri. Ecco perché tutti vogliono le stesse cose e si comportano allo stesso modo.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).