Il simbolismo

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Il simbolismo

La Natura è un tempio ove pilastri viventi lasciano sfuggire a tratti confuse parole; l’uomo vi attraversa foreste di simboli che l’osservano con sguardi familiari.                                               Charles  Baudelaire

         Il termine simbolismo indica la tendenza ad attribuire valore simbolico o emblematico ad avvenimenti, situazioni e comportamenti umani. Nelle arti figurative, nella letteratura, nella musica, nel cinema e in ambito religioso il simbolismo utilizza immagini simboliche in funzione espressiva. Come movimento culturale, artistico e letterario il simbolismo iniziò in Francia e si diffuse in altri Paesi tra il 1880 e il 1910.

A differenza di altri movimenti (impressionismo, divisionismo ecc.) il simbolismo non si identificò con un gruppo costituito e omogeno, ma rappresentò una tendenza generale che investì tutti i settori dell’attività estetica. Nel settore delle arti, e in particolare della pittura, il simbolismo polemizzò contro il positivismo e il materialismo positivistico di un’arte basata sulla rappresentazione dei fenomeni sensibili.

Ispirandosi alla produzione letterario-poetica di Charles Baudelaire, la sensibilità simbolista incominciò ad esplorare le dimensioni più profonde e misteriose dell’esistenza umana come l’erotismo, cercando l’evasione nel mondo del sogno e dell’immaginazione, come l’evocazione di passati mitologici o mistici o esotici, attingendo all’ultraterreno e all’esoterismo.                                                                                       Parallelamente e in rapporto con il simbolismo letterario e poetico la corrente simbolista si affermò anche in pittura, in evidente opposizione al naturalismo e al realismo, sorretta da una nuova spiritualità venata o di idealità misticheggianti o di preferenze estetizzanti in relazione al gusto del decadentismo.

L’idea di intrecci e riflessi tra sonorità, colori, forme e sensazioni costituì il minino comune denominatore della variegata produzione artistica dei simbolisti. Infatti i pittori simbolisti si ricollegarono sia alle componenti visionarie della pittura romantica sia alle sperimentazioni di matrice postimpressionistica.

Nel Manifesto del simbolismo, pubblicato nel 1886 sul “Figaro”, l’arte era concepita come momento d’incontro e di diffusione tra elementi della percezione sensoriale ed elementi spirituali. Nel Saggio sui dati immediati della coscienza del filosofo francese Henri Bergson si possono trovare significativi elementi di sostegno all’indirizzo pittorico simbolista.

Precursori del simbolismo come sintesi tra visibile e invisibile, spirito e sensi, sogno e vita, sono considerati oltre a Pierre Puvis de Chevannes, Gustave Moreau, Rodolphe Bresdin e Odilon Redon. Artisti che parteciparono al clima simbolista furono Paul Gauguin, Émile Bernard, Eugène Carrière, Paul Sérusier, Pierre Bonnard, Maurice Denis, Edouard Vuillard. Lo stesso Vincent van Gogh fu suggestionato dalla spiritualità simbolista perché la cultura figurativa francese, e in gran parte europea fu sotto l’insegna del simbolismo. In Italia i pittori che  parteciparono al movimento simbolista furono Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini e Gaetano Previati.

Senza la matrice simbolista non potrebbero spiegarsi l’art nouveau, le secessioni, lo stesso divisionismo e l’opera di artisti quali il norvegese  Edvard Munch, il belga Fernard Khnopff, l’inglese Aubrey Beardsley e l’austriaco Gustave Klimt.

Pur nella diversità dell’approccio di ciascun artista, si possono individuare alcuni caratteri distintivi della pittura simbolista in stretto legame con le nuove ricerche espressive: i soggetti della loro produzione artistica, densi di spiritualità, sono ricavati soprattutto dal mito, da leggende medievali, da una religiosità visionaria; le diverse tematiche sono sviluppate con una sensibilità antinaturalistica nella ricerca di tradurre in forme non le “cose”, secondo un linguaggio funzionale a una rappresentazione imitativa del mondo, ma le “idee”; è talvolta manifesta l’attrazione per l’esotismo (Paul Gauguin); il colore preferito è usato in maniera pura, in campiture piatte, senza alcun interesse per il chiaroscuro; il paesaggio è limitato alla foresta misteriosa o ai luoghi carichi di richiami culturali. Predomina la figura umana e in particolare la donna che viene raffigurata secondo due aspetti, angelico e diabolico.

L’arte simbolista è caratterizzata dall’espressione di idee, e non di semplici esperienze reali e naturalistiche, dal gusto sintetico e decorativo fortemente improntato alla visione soggettiva dell’artista.

 

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