“NON RIESCO A RESPIRARE”.. “I can’t breathe” (George Floyd)
MASSA-CARRARA – Ci stendevano faccia a terra, mani dietro la schiena e ginocchio tra il collo e le scapole, finché non smettevamo di piangere o lamentarci, perché non potevamo respirare.
Oltre a queste angherie, testimonianze raccolte dagli inquirenti nell’inchiesta sulla Cooperativa SERINPER a Massa Carrara, narrano di patimenti, vessazioni, freddo e fame a danno di minori ospitate nelle “case di accoglienza”. ACCOGLIENZA è il nome, come divulgato sulla stampa locale a Massa, Carrara ed in Lunigiana il 7/12/2020, dell’inchiesta svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Massa, coordinati dal pubblico ministero dott.ssa Alessia Iacopini nell’ambito indagini a lei delegate dal Procuratore di Massa».
Come una bomba è esplosa questa tragica vicenda, a seguito di intercettazioni telefoniche, indagini ambientali durate da anni. L’inchiesta va avanti e per ora ha portato ad esecuzione l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari. Il G.I.P. del Tribunale di Massa, dott. Marta Baldasseroni, ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di otto persone per i reati di corruzione e di traffico di influenze illecite» ed avvisi di garanzia per altre persone indagate a vario titolo. Tra gli arrestati, oltre i tre titolari della Cooperativa, Zoppi Alessio, Benassi Enrico e Pucciarelli Tamara, la Responsabile del “Centro Affidi” dei Servizi Sociali per il Comune di Massa, Paola Giusti, Vallelonga Rosanna, Responsabile della Commissione Multidisciplinare Asl Distretto della Lunigiana nonché Direttore della Società della Salute della Lunigiana, Bellesi Filippo Abramo, Sindaco del Comune di Villafranca in Lunigiana, Marcelli Mauro, all’epoca dei fatti dipendente pubblico Responsabile dell’Ufficio Suap unificato per i Comuni della Lunigiana, Russo Rosa, all’epoca dei fatti Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minori di Firenze.
Tra i sottoposti ad indagine e destinatari di avvisi di garanzia, figurano, tra i nomi di spicco, con accuse diverse tra loro, dal traffico di influenze, ad omessi controlli e pressioni per assunzioni, il Presidente del Consiglio Comunale di Massa, Stefano Benedetti, il Sindaco del Comune di Montignoso, l’Assessore al Sociale Giorgia Podestà ed il consigliere del medesimo comune di costa, Petracci Marino. Il Sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti, è stato invece accusato in relazione ad un abuso edilizio inerente un campetto di calcio in uso alla Cooperativa Serimper. Al momento, il Sindaco di Massa, Avv. Francesco Persiani che non figura tra gli indagati, ha annunciato un’inchiesta interna al Comune di Massa; alcune forze politiche hanno chiesto ai politici indagati di autosospendersi dalle cariche ricoperte, altri, più realisticamente sottolineano i mancati controlli. Il Vescovo della Diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci di dichiara disgustato, vedendo il fallimento della vita cristiana in questa tragedia, sottolineando come questa cooperativa avesse preso il monopolio e la Chiesa, pur avendo strutture idonee non venisse più indicata dai Servizi Sociali dei Comuni per nuovi inserimenti di minori. Anche il Segretario Provinciale della CGIL di Massa Carrara, Paolo Gozzani denuncia che, a fronte di resistenze della Cooperativa alla sindacalizzazione dei dipendenti, alcuni operatori hanno trovato il coraggio di denunciare le situazioni di burn-out a cui venivano sottoposti.
Non accettando il giustizialismo patibolare su carta stampata o telematico sui social, ribadisco che in regime democratico gli accusati di reati, anche i più odiosi, sono innocenti sino al terzo grado di giudizio. Ciò non toglie che, più i giorni passano, e più io “non riesco a respirare”, al pensiero di cosa possano aver subito le vittime, ovvero minori indifesi. “Non riesco a respirare” al pensiero di come si possa ordire una “tratta di minori”, in cambio di assunzioni di parenti o persone amiche, da inserire nella Cooperativa. “Non riesco a respirare”, al pensiero che che ci sia stato chi abbia potuto omettere i dovuti controlli. Credo, fino a prova contraria, nella loro innocenza, ma se ciò non fosse, seppur quello di Massa Carrara non potrà essere paragonato alla clamorosa inchiesta romana sul “mondo di mezzo”, l’infamia, oltre alla pena comminata nei Tribunali, ricada su chi si è macchiato di reati a danno di minori, prestandosi al “mondo dei mezzucci apuani”.
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