La Regione ha abolito gli Egado. Dovevano sostituire i comuni nella gestione rifiuti, ora si va verso un nuovo piano

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ROMA Con 29 voti favorevoli e 13 contrari il Consiglio regionale del Lazio ha abolito gli Egato, abrogando la legge regionale con cui nel 2022 erano stati istituiti gli enti di gestione degli ambiti territoriali ottimali relativi ai rifiuti. In alcuni casi gli Egato del Lazio non hanno fatto neanche in tempo ad entrare in funzione.

“Ora si apre la nuova fase con l’aggiornamento del piano regionale dei rifiuti, superando la carenza di impiantistica e assicurando la chiusura del ciclo in ogni Ambito territoriale ottimale – ha commentato l’assessore ai Rifiuti della giunta Rocca, Fabrizio Ghera – Questi capisaldi possono essere garantiti dagli enti esistenti, a partire dalle Province e dai Comuni. Abbiamo evitato una stagione complicata, dopo che la passata amministrazione ha penalizzato l’impiantistica regionale, impedendo il suo completo sviluppo e aumentando i costi a carico dei cittadini a causa di una politica miope”. “Si è trattato di un atto necessario, legato alla necessità di aggiornare e revisionare il Piano dei rifiuti, approvato dalla giunta Zingaretti nel 2020 e sul quale occorre un intervento di profondo adeguamento, sulla scorta dei principi individuati dal legislatore nazionale” ha aggiunto anche l’assessora all’Ambiente della Regione, Elena Palazzo, espressione della provincia pontina.

Il piano rifiuti regionale del 2020 aveva istituito gli Ato, Ambiti territoriali ottimali, dei perimetri geografici corrispondenti alle cinque province del Lazio (Frosinone, Viterbo, Rieti, Latina, Città metropolitana di Roma), all’interno dei quali è fatto obbligo di chiudere il ciclo di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Lo stesso piano prevedeva però la definizione, subito successiva, degli Egato, cioè degli enti di gestione che dovevano di fatto occuparsi dei rifiuti all’interno degli ambiti territoriali. Si tratta di enti con personalità giuridica di diritto pubblico, e dotati di autonomia organizzativa, amministrativa, contabile e tecnica. Vi partecipano tutti i sindaci dei comuni che fanno parte dell’Ato, che poi eleggono il presidente tramite un’assemblea e un consiglio direttivo. Tra presidenti, membri dei Consigli direttivi, direttori e revisori dei conti potranno essere assegnati 42 incarichi. Per quanto riguarda le retribuzione, per i presidenti era prevista una retribuzione pari all’80% dell’indennità del presidente della Regione, dunque oltre ottomila euro, e i componenti del direttivo al 40%. Con gli Egato non sarebbero stati più i singoli Comuni a occuparsi della gestione dei rifiuti.

Ma ogni provincia riuscirà a costruire un impianto moderno per smaltire tutti i rifiuti risparmiando sui costi e adeguandosi alle nuove esigenze ?


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