La storia del consigliere comunale di Latina Gianni Antonio Pugliese e il finto rapimento

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Piazza del Popolo a Latina, il set di storia di Piera

Molti esponenti politici hanno intenzione di procedere ad abbattimenti per le case costruite abusivamente in Italia. A Latina sono arrivati molto prima. Emilia. Nel lontano 1978 al lido di Latina erano in corso vari abbattimenti con le ruspe, seguiti attentamente dal consigliere comunale Gianni Antonio Pugliese, responsabile dell’ufficio casa. Pugliese era stato eletto nelle fila dei socialdemocratici, poi aveva abbracciato la democrazia cristiana del sindaco Nino Corona. Con tanto di fascia tricolore addosso, Pugliese assisteva in mattinata alle demolizioni tra le vibrate proteste degli abusivi che avevano costruito abitazioni senza alcun permesso.
Nella primavera del 1978 il politico latinense – di origine calabrese – finge un rapimento. Viene trovata la sua auto con i vetri rotti, tutti gli organi di informazione nazionali e locali lanciano l’allarme. Gianni Antonio Pugliese è stato rapito – secondo i media – per frenare la sua lotta nei confronti degli abusivi al lido. Il Corriere della Sera spedisce a Latina il giovane promettente cronista – appena 24 anni – Gian Antonio Stella, con tanto di auto blu, autista e telefono. Si vivono ore di grande tensione tra i familiari e gli amici di Pugliese, allarmati e tesi. Una settimana dopo il rapimento il politico di lungo corso ferma un pullman di linea sulle colline di Priverno, vi sale a bordo per raggiungere il capoluogo. Ha la bocca incerottata, qui nascono i primi sospetti. Perché non ha tolto immediatamente il cerotto appena liberato dai suoi rapitori? La vettura di Pugliese era stata poi lasciata abbandonata in viale Cesare Augusto con le porte chiuse e vetri infranti, un mistero nel mistero. Gianni Antonio viene arrestato dai Carabinieri, processato e condannato dai giudici di piazza Buozzi. Prima del “rapimento” aveva acquistato una tenda da campeggio nel negozio Barsi Sport per trascorrere una settimana nella campagna della frazione Macallè di Priverno. Si chiude così la storia di uno dei personaggi più controversi della storia della provincia pontina.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.