L’angolo della curiosità: Pasolini

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È realista solo chi crede nel mito e viceversa, il mitico non è che l’altra faccia del realismo.

          Il poeta Pier Paolo Pasolini è stato durante la sua vita un intellettuale impegnato a salvare valori drammaticamente minacciati. Rileggere le sue poesie e prose consente di riscoprire il suo attaccamento alla lingua friulana delle sue origini e di rivelare il suo rispetto per la tradizione della cultura umanistica borghese.

Lo scrittore Pier Paolo Pasolini ha concluso la sua vicenda umana dichiarandosi difensore e amante di un passato che il nuovo totalitarismo socio-tecnologico ha distrutto nella realtà e cancellato nella memoria. Durante la sua vita ha attaccato gli intellettuali e i politici di ogni schieramento.

          Per Pier Paolo Pasolini Charlot raffigura “il povero Cristo” l’innocente perseguitato, un personaggio dostoevskiano che rappresenta gli umili ma al contempo si ribella all’ordine costituito. Il vagabondo Charlot rappresenta “il borgataro Cristo”. Per il poeta di Casarsa l’attrice americana Marlyn Monroe è il simbolo di chi non accetta di lasciarsi ridurre a merce. Il regista e scrittore si lancia in una provocatoria comparazione tra la pin up e Gesù.

          Nel 1955 fu pubblicato dall’editore Garzanti il romanzo Ragazzi di vita che ebbe un vasto successo sia di critica che di lettori. Il giudizio della cultura ufficiale della sinistra e in particolare del Partito Comunista Italiano, fu in gran parte negativo.  Il libro fu definito intriso di “gusto morboso “, dello sporco, dell’abbietto, dello scomposto e del torbido.

          Lo scrittore Pier Paolo Pasolini con i suoi Scritti corsari e Salò è stato considerato da alcuni un nostalgico del mondo preindustriale. Roberto Chiesi, critico cinematografico e responsabile del Centro Studi-Archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna, analizzando La forma di Sana’a (1971) e La forma della città (1974, cortometraggi documentari ha scritto: «il passato è una rivolta contro il presente, non una fuga estetizzante, ma una protesta politica».

Secondo lo psicanalista Massimo Recalcati l’amore assoluto che Pier Paolo Pasolini aveva per la sua cara mamma Susanna viene manifestato in una nota poetica intitolata Supplica a mia madre scrivendo «L’anima mia è in te, se tu, e tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù».

Pasolini con la sua «disperata vitalità» ha sentito il rimpianto nostalgico per la vita del popolo che precede il suo essere “classe”, per la natura della campagna friulana e per le borgate del sottoproletariato romano che precedono l’industrializzazione, per le lingue dialettali che precedono il conformismo della lingua nazionale imposto dalla televisione.

Nel 1966 in occasione della presentazione di Accattone e Mamma Roma al festival di New York, compie il suo primo viaggio negli Stati Uniti. Pasolini rimase molto colpito, soprattutto dalla città di New York. Nel 1970, dopo essere stato in India (1968) per girare un documentario, andò in Uganda, in Tanzania: viaggio da cui trarrà in seguito il documentario Appunti per una Orestiade  africana.

In uno dei suoi ultimi film Uccellacci uccellini, una specie di favola tra il mistico e il picaresco, Pasolini ha voluto ricorrere ad uno dei maggiori attori della commedia all’italiana, Totò, affiancato dall’attore prediletto del regista, Ninetto Davoli. Secondo molti critici fu l’unica occasione per Totò di dimostrare le sue reali qualità anche come attore drammatico.

          Per ricordare la figura di Pier Paolo Pasolini si sono prolungate le iniziative culturali anche nel 2023. Secondo un famoso titolo saggistico del poeta di Casarsa, che è anche una felice autodefinizione, Pasolini contava su due potenti attrattive: passione e ideologia, cioè efficiente razionalizzazione polemica e critica dei suoi profondi sentimenti.


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