L’angolo delle curiosità: Dante Alighieri

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Il poeta universale, che unì cielo e terra, ha influenzato la letteratura, l’arte e il cinema. (Polan) 

           Ai tempi di Dante c’era l’inferno: c’erano le epidemie, le guerre, le ingiustizie. Ma Dante dall’inferno è uscito. Ha attraversato tutto il male del mondo, lo ha guardato in faccia, ne ha condiviso il dolore, ma poi ne è uscito. Per quanto buio sia l’inferno, si può sempre uscire “a riveder le stelle”. Basta un adulto come Virgilio, basta una compagnia umana certa della metà.

            La critica letteraria e scrittrice Bianca Garavelli, nata a Vigevano nel 1958 e morta il 29 dicembre 2021, è considerata uno dei massimi esperti di Dante Alighieri. Uno dei tavoli della sua intensa e variegata attività intellettuale era quello della scrittura creativa.  Notevoli sono stati i suoi contributi alle numerose iniziative per la ricorrenza dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. A Dante l’auctor ha dedicato tutta la propria vita di studiosa.

         Dante Alighieri ha avuto un notevole influsso sui grandissimi poeti del Novecento da Palazzeschi, Gozzano, Saba e Montale, a Cristina Campo, Amelia Rossetti, Edoardo Sanguineti. L’eredità dantesca è tuttora straordinariamente viva e fertile, non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

Francesco De Sanctis, in una lettera alla moglie Marietta, racconta che nel 1865, in occasione del centenario della nascita di Dante, per le strade di Firenze si vendevano, a un prezzo basso, spillette con la faccia del Somma poeta. Il famoso critico e storico della letteratura italiana scrive: «Sento cantar per via: spille di Dante a quattro soldi! Ne ho presa una come curiosità e memoria». Una immagine che ha la sua origine nella più antica descrizione fisica di Dante che si conosce grazie a Boccaccio: «Il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccoli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli e la barba spessi, neri e crespi e sempre nella faccia malinconico e pensoso».

Nel Novecento l’immagine di Dante è stata associata a prodotti di ogni tipo: olio, sigari, scarpe, lamette da barba, lassativi, pantofole, automobili e monete (lire ed euro). È diventata, oltre che un marchio commerciale e quindi una icona popolare, emblema dell’identità culturale italiana. L’immagine di Dante è usata non solo in Italia ma anche in America fino al Giappone, nelle trame di libri, film e fumetti.

Nella popolare trasmissione televisiva del 1956, Lascia e raddoppia, condotta dall’indimenticabile e famoso Mike Bongiorno, un maestro di scuola elementare conosceva tutta la Commedia a memoria. Quando il popolare presentatore leggeva un verso, il prodigioso insegnante era in grado di proseguire fino alla fine e vinse cinque milioni di lire.

Il teologo e biblista Gianfranco Ravasi ha scritto: «La danza quando è nobile, è un linguaggio non solo umano ma anche celeste, è atto storico e rito escatologico, come fa intuire in modo folgorante Dante nelle scenografie del suo Paradiso».

La poetessa Alda Merini (1931-2009) nei versi della poesia Anima ha scritto: «Noi siam vermi a formar l’angelica farfalla – Dante, Purgatorio X canto – Se diventi farfalla, nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali».

Il pensiero tomistico ha influenzato profondamente Dante e la Divina Commedia. Il padre della nostra lingua si è rivolto, come stella popolare, alla persona, alla “gloriosa vita di Tommaso” e al suo sistema di pensiero. Esplicita è l’ammirazione di Dante al mondo razionalistico e tomista di intendere la fede. Dante fa proprie le tesi razionalistiche di san Tommaso basate sulla reinterpretazione del pensiero di Aristotele.


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