L’angolo delle curiosità letterarie

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La letteratura, al suo meglio, può portarci a toccare le fondamenta della comprensione, dell’intuizione e dell’esperienza umana.

David Grossman   

         I Detti memorabili del grande filosofo e biografo greco Plutarco (Cheronea 50 d.C. – e ivi dopo 120), che costituiscono uno dei grandi capisaldi del pensiero aforistico classico e della sentenza morale, raccolgono le frasi più celebri dei re persiani, dei generali spartani, da Alessandro Magno ai consoli di Roma, e di altri grandi uomini.  

L’autobiografia del grande scrittore Johan Wolfgang Goethe (Francoforte sul Reno 1749 – Weimar 1832), scritta in tarda età, copre gli anni giovanili fino al 1775. Attraverso i mille incontri e frequentazioni è anche l’affresco di un’epoca esaltante, fra l’Illuminismo e il movimento culturale tedesco, Sturm und Drang, di tutta la cultura europea. La narrazione di Goethe si snoda per aneddoti e ricordi personali che ricostruiscono anche la vita e la cultura dei suoi tempi.

Il padre di Goethe era un uomo colto che sapeva leggere correntemente l’italiano (la madre aveva studiato la nostra lingua) e aveva in casa quadri che riguardavano le vedute di Roma. Suo figlio Johan guardava attentamente queste riproduzioni. Tutto ciò dimostra quanto grande fosse il prestigio dell’Italia e dell’italiano nell’Europa del ‘700.

 Gabriele D’Annunzio, scrittore raffinato e personaggio eccentrico, non è stato un frivolo esteta che indossava di volta in volta i panni del poeta, del seduttore, dell’uomo d’azione, del condottiero. «È stato un poeta dell’azione, un aedo epico portato alle stelle dal movimento esistenziale, paralizzato dal decadimento, ucciso dall’inerzia», un cultore dell’opera d’arte totale wagneriana il cui intimo scopo era «riproporre il vate dantesco, guida lirica e sacerdotale della nazione». Non un avventuriero, dunque, ma un principe dell’avventura. Così scrive Maurizio Serra, ne L’Imaginifico. Vita di Gabriele D’Annunzio  

         Secondo lo scrittore cecoslovacco Mila Kundera il romanzo europeo è nato con lo scrittore francese François Rabelais (1454-1553) e il suo ciclo dedicato a Gargantua e Pantagruel. Ha scritto Roberto Righetto che: «Con la creazione di personaggi memorabili e attraverso l’ironia il romanzo è stato più capace della filosofia e della scienza, sin dagli albori della modernità, di raccontare le profondità dell’animo umano, di scandagliarne gli abissi e al tempo stesso di neutralizzarli con le virtù dell’umiltà e della saggezza»

Il piccolo principe dello scrittore francese Antoine de Saint-Exupery (1900-1944) è stato pubblicato per la prima volta a New York nel 1943 ed ebbe una grande fortuna. Successivamente la sua fama è accresciuta ed è stato tradotto in oltre 250 lingue e nel tempo è diventato uno dei libri più letti al mondo con oltre 140 milioni di copie vendute. La storia raccontata ha avuto numerosi adattamenti in teatro e nel cinema.

Primo Levi (Torino 1919, 31 luglio – si suicidò l’11 aprile del 1987). Scrittore, testimone e “martire” della Shoah. Laureatosi in chimica, esercitò la professione prima e dopo la deportazione. Fu partigiano quando fu catturato, mandato nel campo di Fòssoli perché ebreo e poi recluso ad Auschwitz nel marzo del 1944. Aveva 24 anni e vi rimase 11 mesi e fu uno dei pochissimi che riuscì a sopravvivere. Le sue tre opere autobiografiche, che narrano la vita e l’orrore del Lager, nascono non dalla letteratura, ma dalla sofferenza vissuta, meditata e mai del tutto accettata.

Ennio Flaiano. Il suo straordinario eclettismo gli consentì di eccellere nel giornalismo e nella critica teatrale e cinematografica, nell’attività di saggista ed elzevirista, oltre di sceneggiatore dei capolavori di Fellini e altri grandi registi, arrivando a firmare ben 60 copioni. Maestro della satira, di giochi di parole e neologismi. Vitelloni e paparazzo sono parole da lui inventate. Famosi sono i suoi aforismi nei quali al registro divertito e sardonico si alterna quello più amaro e profondo  Autore del romanzo Tempo di uccidere pubblicato nel 1947.


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