L’angolo delle curiosità su Dante Alighieri

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Dante definisce l’uomo, sulle orme di Aristotele, un animale fornito di ragione e assetato di conoscenza.                         Enrico Malato   

         L’Accademia della Crusca, secolare istituzione incaricata di custodire il tesoro della lingua italiana in occasione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, illustrerà nei mesi  prossimi alcune parole, rese  famose nel corso degli anni, attraverso la Divina Commedia. 

         Ogni anno i francescani nella città di Ravenna, nella basilica di San Francesco, celebrano il Dantis Poetae Transitus, un’antica cerimonia nella quale viene revocato il passaggio dalla terra al cielo. In questo modo solenne intendono ricordare la morte del sommo poeta, avvenuta nella notte tra il 13 e 14 settembre del 1321.

         Fra il 1881 e il 1883 il papa Luigi Pecci, Leone XIII, (nato a Carpineto Romano nel 1810) affidò a monsignor Giacomo Poletto la cattedra di Teologia dantesca, prima cattedra di studi danteschi, nata in Italia. Fu proprio monsignor Poletto a ricostruire il rapporto tra il dantismo e la Rerum novarum. Il papa Pecci, nell’attuare la revisione dell’Indice dei libri proibiti, aveva voluto, e quindi rendere fruibile, il trattato politico De Monarchia di Dante, ritenuto documento anticlericale.

         La Rivista di filosofia Neo-scolastica, fondata nel 1909 da padre Agostino Gemelli organizzò un concorso sulle fonti filosofiche e teologiche di Dante Alighieri, avviando così una serie di studi e di ricerche sull’esperienza teologica del grande poeta, in considerazione del valore poetico e religioso della sua opera. Dante, infatti, era ritenuto uno dei poeti e teologi più significativi, una autentico cantore della fede e un esploratore profondo del cuore umano, capace di parlare agli uomini di ieri e di oggi con la stessa efficacia e con lo stesso valore sia artistico che spirituale.

         Il pontefice Paolo VI con la Lettera apostolica Altissimi cantus (7 dicembre 1965), documento fondamentale nella storia del dantismo papale, ha voluto, motu proprio, istituire una Cattedra di studi danteschi presso l’Università Cattolica di Milano, affidandone la realizzazione al rettore di allora professore Ezio Franceschini.

         Il famoso e stimato biblista e compositore, Marco Frisina, ha scritto che «Dante Alighieri può insegnare ai nostri giovani come leggere la propria vita e le proprie esperienze alla luce della fede senza bigottismi o intellettualismi, non in modo divisorio e pregiudiziale nei confronti della complessità del mondo, ma in modo dialogico, La sua opera può aiutare le nuove generazioni a capire che la conoscenza autentica consiste nel sapere abbracciare orizzonti diversi, nel comprendere il mondo prima di giudicarlo, ad amare l’umanità invece di condannarla».

         La poesia immortale di Dante ha esercitato lungo i secoli un largo influsso sulla letteratura di ogni Paese, in particolare in Francia, e tra i poeti del Novecento sicuramente ha influenzato l’arte poetica di Paul Claudel. Dante è stato per molti altri poeti, autori, scrittori, filosofi, artisti una fonte inesauribile di arte, di pensieri che ha inciso sulla loro poesia, sulla loro arte e sulla loro vita.

         Il viaggio immaginario di Dante Alighieri, raccontato in maniera altamente poetica nelle tre cantiche della Divina Commedia, ha evocato al poeta francese Paul Claudel l’itinerario della sua stessa conversione, avvenuta in quella memorabile notte del 25 dicembre 1886 nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi.

 

 

 

 


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