Romagnoli

L’odcec di Latina, tramite il presidente Efrem Romagnoli – a seguito di analisi congiunta con il coordinatore della commissione fiscalità, Nicola Forte ha scritto ai parlamentari della repubblica e agli europarlamentari eletti nella circoscrizione di Latina, per chiedere immediati interventi correttivi agli ultimi provvedimenti adottati dal governo Draghi in materia fiscale, apparsi inappropriati e molto penalizzanti per imprese e cittadini.

Infatti, il decreto approvato lo scorso venerdì 21/01/22, in fase di pubblicazione in gazzetta ufficiale, cambiando la normativa, preclude le cessioni, oltre la prima, dei crediti di imposta derivanti dai bonus edilizi, introdotti per fare fronte alla carenza di liquidità durante il periodo emergenziale e per la ripresa economica. In tal modo, invece, ci sarà una limitazione all’acquisizione dei crediti, oppure verranno introdotte condizioni bancarie molto più onerose, così danneggiando le aziende e quindi i cittadini.

Altrettanto incomprensibile è la riduzione del limite per ottenere la rateazione delle cartelle di pagamento, senza modello Isee, da 100.000 euro a 60.000 euro. Lasciarlo più alto, invece, avrebbe aiutato a pagare i debiti fiscali. Inoltre, nel constatare che da inizio 2022 risulta incrementata la notifica di cartelle di pagamento (prese in carico nel 2020), appare necessaria una rottamazione “quater” con cancellazione di sanzioni e interessi, che comprenda anche il 2020. Diversamente, oltre al danno per i contribuenti, i mancati incassi dello Stato saranno maggiori dei tributi effettivamente riscossi.

Lo stesso dicasi anche per la modifica circa la rivalutazione dei beni immateriali. Le aziende, che ieri erano certe di poter ottenere un beneficio fiscale, hanno aderito pagando l’imposta sostitutiva del 3%, come da normativa vigente, mentre l’odierna legge di bilancio del 2022, chiede loro un versamento integrativo per poter confermare gli effetti favorevoli della rivalutazione perdendo, in caso contrario, ogni vantaggio. Ancora una volta la programmazione aziendale viene annullata a causa del cambiamento delle regole a “partita iniziata”.

A ciò si aggiunge il decreto n. 146/2021 che, all’art. 3-bis, prevede forti limitazioni e conseguenti pregiudizi per il diritto di difesa tributaria dei contribuenti,

destinatari di ruoli e cartelle non validamente/regolarmente notificate, reintroducendo il vessatorio “solve et repete”. Per cui prima si è costretti a pagare e solo dopo si può ricorrere. Conseguenza: danno di liquidità immediato per imprese e cittadini.

Non si può agire così, soprattutto in materia fiscale, con l’uso sistematico del decreto legge, a cui poi viene magari posta la fiducia o che viene inviato alle Camere solo uno o due giorni prima della scadenza del termine di conversione. In questo modo sì azzera il ruolo istituzionale del Parlamento, precludendo ad ogni contributo di commercialisti, professionisti, imprenditori e contribuenti nella elaborazione delle norme fiscali.


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