Luca Signorelli (Cortona, Arezzo, 1445 ca. – 1523) fu un pittore italiano le cui rime notizie risalgono al 1470.

Allievo probabilmente di Piero della Francesca, si interessò precocemente anche alla cultura fiorentina, specie al Pollaiolo. A questo periodo giovanile del pittore, che si concluse con la chiamata a Roma (1482) per dipingere nella Cappella Sistina “Testamento e morte di Mosè”, appartengono varie opere a Città di Castello (“San Paolo”), a Cortona (“Organo per San Francesco”), a Fabriano (“Stendardo con la flagellazione di Cristo”), a Loreto (“Affreschi con Apostoli nella sagrestia di San Giovanni”).

Tornato in patria, egli si affermò come maestro pienamente originale con una serie di capolavori (“Pala Vannucci” 1484, Perugia; “Educazione di Pan”; “Sacra Famiglia” nota come Tondo Medici) in cui i vari stimoli culturali si armonizzano in una visione stupendamente organizzata, tra le più alte dell’intellettualismo umanistico italiano del ‘400.

Le molte opere che seguirono tra il 1480 e il 1490 (“Natività”, Londra; “Adorazione dei Magi”, Parigi, Louvre; “San Sebastiano”, Città di Castello) registrano un ulteriore moltiplicazione delle figure che si articolo in composizioni sempre più complesse, con una tendenza evidente a superare i limiti della cornice: tale ricerca trovò il suo sbocco naturale nell’attività del Signorelli nei grandiosi cicli di Monte Uliveto Maggiore (“San Benedetto”, 1497 – 99) e sopratutto della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto (“Storie dell’Anticristo”, “Resurrezione della carne”, “Dannati”, “Beati”, “Avvento del paradiso”, “Inferno”, 1499 – 1502) da sempre riconosciuto come il suo capolavoro.

Tra le opere successive si ricordano il polittico di Arcevia e la “Comunione degli Apostoli”, opere in cui si avverte l’influsso di Raffaello, e “La deposizione” (Umbertide).

Dopo il 1517 il Signorelli si affidò quasi interamente agli allievi (“L’assunta”, “La tavola con l’incoronazione della Vergine”).

Lo stile del Signorelli è il frutto di attente meditazioni sulle due grandi componenti dell’arte centro-italica del ‘400: il dinamismo lineare fiorentino e la calma spazialità luminosa di Piero della Francesca: Signorelli le amalgama in un primo tempo, nell’atmosfera sovrumana del mito e più tardi, a Orvieto, nell’esaltazione della plasticità e dell’energia del corpo umano, all’interno di composizioni severamente drammatiche che rappresentano un puntuale precedente della pittura di Michelangelo.

Guglielmo Guidi (Ricercatore e storico d’arte)


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