Quando pensi ad un insegnante di educazione fisica che ha lasciato il segno, viene inevitabilmente il nome di Luciano Populin. Chi non lo conosce? A Latina ha insegnato in tanti istituti, lo ricordiamo al Vittorio Veneto, allo scientifico Grassi, al classico Dante Alighieri. Sempre con lo stesso stile, impeccabile e pronto al dialogo con lo studente. Il suo motto è sempre stato quello di avviare i giovani studenti allo sport. Al termine dell’ora di ginnastica prevista dai programmi ministeriali, Populin invitava i più dotati al campo di atletica leggera, al famoso campo CONI, in via Botticelli. “Perché non vieni a provare i blocchi di partenza?”. Se scopriva un papabile velocista era quella la prima domanda. Se incontrava un giovanotto alto e corpulento lo indirizzava, naturalmente, verso il lancio del peso. Generazioni di studenti hanno imparato tanto da un insegnante poliedrico. Luciano ha frequentato l’Isef perché era uno sportivo praticante, giocava a pallacanestro con ottimi risultati. Non disdegnava pallavolo e atletica leggera. Quando nel corso della rassegna “Sport Estate”, il comune di Latina ha organizzato una mostra di fotografie, l’immagine in bianco e nero di Populin compariva quasi sempre, insieme ai colleghi come Piccinini, Corsetti, Silvestri, Giura, Leonardi, Finestra, Leone, i primi che hanno tracciato un percorso serio e duraturo. Luciano trovava il tempo per fare tutto. Nel 1969 ha organizzato sul campo dell’Oratorio Salesiano “Don Bosco” la prima festa del minibasket, un gioco-sport appena introdotto in Italia dagli Stati Uniti. Era un saggio di fine corso, lui aveva preparato tutto nei minimi particolari, con tanto di sfilata e cartelli. Nel minibasket è stato il primo a coinvolgere, con sistemi innovativi, i bambini di 4 o 5 anni. Faceva usare le palline da tennis, al posto del canestro metteva un comodo cestino per terra. Pensate, i suoi metodi sono poi stati sperimentati in tutte le palestre, ma dopo molti anni. Populin è sempre stato un eccellente organizzatore. Quando giocava, era in prima linea ad organizzare le trasferte del Latina di pallacanestro a Formia. “Andavamo tutti seduti su un camion”, ricorda il Prof. che sapeva usare in campo la sua mano sinistra come arma micidiale per battere l’avversario. Insegnante, organizzatore, dirigente, Populin ha fatto di tutto, dove c’era sport c’era lui. Un binomio indissolubile. Ad un certo punto, il “nostro” ha scoperto il fascino della pallatamburello, a metà degli anni ottanta. Una disciplina sportiva bellissima ed emozionante poco conosciuta in provincia di Latina. Il messaggio lanciato da Populin, teorico dello sport da praticare nella scuola, è arrivato fino a Itri e Castelforte, due centri che hanno vinto tanto in campo nazionale, sia su campi all’aperto che indoor. Quando parla del suo passato di insegnante, Populin lancia sempre messaggi legati al futuro, non è un tipo che vive di ricordi. La sua modernità consiste nell’arrivare prima degli altri. Ha fatto parte anche della Federazione dei cronometristi, capendo che non ci può essere sport senza regole. Quando incontra un suo allievo, la prima domanda è spontanea: “E adesso, che cosa fai?”. A lui interessano vita lavorativa, famiglia, affetti, valori, poi chiede qualcosa sull’attività sportiva. È dotato di una calma glaciale, quelle poche volte che lo hanno sentito alzare la voce era per dare qualche consiglio che non veniva capito. Lui ci rimaneva male, sapeva che quel ragazzo poteva dare di più. A Populin è sempre piaciuto viaggiare. In compagnia di Aldo Giordani, di un gruppo di arbitri e allenatori italiani di basket, si è recato negli Stati Uniti al seguito della nazionale azzurra in tournée per affrontare squadre universitarie a stelle e strisce. Il suo racconto, al ritorno, impressionò gli addetti ai lavori: “Ho visto impianti stupendi, ho apprezzato una vera cultura dello sport”. Gli spettatori che assistevano alle partite della squadra di Giancarlo Primo rimasero stupiti dal tiro in gancio (uncino) di capitan Flaborea che usava questo “gesto” anche dalla posizione di post alto, Il pubblico yankee quando il “Flabo” tirava, emetteva un grido sempre uguale in tutte le gare: “Uuuuh”. E’ lo stupore che noi proviamo quando incontriamo per strada il professor Luciano Populin, tanti anni di saggezza.

 


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.