Miracolo di San Gennaro. Il cardinale Sepe: “Volontari e personale sanitario, santi della porta accanto. Commoventi quei cesti calati dai balconi”. E alle Istituzioni: “Muoviamoci!”

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Il sangue si è liquefatto ancora prima che il Cardinale Crescenzio Sepe giungesse all’altare maggiore del Duomo. Il miracolo di San Gennaro si è compiuto qualche minuto dopo le 19. In una cattedrale malinconicamente vuota, alla presenza di appena una decina di persone, compresi il capo deputazione della Cappella di San Gennaro e il sindaco De Magistris, in rappresentanza delle istituzioni cittadine. Nella sua omelia l’arcivescovo di Napoli ha parlato di “santi della porta accanto”, riferendosi alle migliaia di volontari che in questo periodo battono le strade della città per aiutare i più indigenti e al personale sanitario che si sta prodigando nella cura dei contagiati fino al sacrificio della propria vita. Così come ha definito commovente l’immagine di quei cesti calati dai balconi accompagnati dal cartello “chi può metta, chi non può prenda”. Ma allo stesso tempo ha denunciato preoccupazione per “i quartieri più a rischio della nostra Città, là dove il bisogno può creare occasioni per la camorra di inserirsi e di esercitare il suo nefasto potere. C’è chi è bravo a far fortuna in tempi di epidemia”. “In attesa che le serrande dei negozi si riaprano, che i settori trainanti dell’economia riprendano a funzionare – ha aggiunto – c’è chi guadagna tempo e affina le sue capacità di contagiare – peggio di un virus – la compagine civile della nostra comunità cittadina. Perché la quarantena ha fermato tutto, ma non la camorra. Per questi motivi desidero rivolgermi ai responsabili delle istituzioni per un caloroso, pressante appello: Muoviamoci!”.


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