APRILIA – Si chiamava Adriana Tanoni la giovane morta di Covid immediatamente dopo il parto il 20 Gennaio. La ragazza, in attesa del suo secondo figlio, aveva scelto di non vaccinarsi seguendo il consiglio della sua ginecologa, come raccontato dai suoi genitori: dopo la loro denuncia contro ignoti, l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo.

Sarebbero infatti state diverse le mancanze della sanità nei confronti della donna la quale, dopo esser risultata positiva, già il 5 gennaio aveva chiamato il 118, senza però essere trasportata all’ospedale.

Alcuni messaggi inviati dalla ragazza al suo medico di base farebbero pensare che ci sia stato un ritardo anche nella prescrizione della cura antinfiammatoria.

Diverse poi le telefonate ai vari ospedali dei Castelli e di Roma, presso i quali la giovane non è però mai stata ricoverata. A detta del personale medico il quadro clinico della paziente non era così grave: da lì la terapia domiciliare, ma una polmonite interstiziale da Sars-Cov2 era già in uno stadio avanzato, come riscontrato dall’ultima visita fatta al Santa Maria Goretti di Latina.

Dopo essere stata presa in cura all’Umberto I, il 13 Gennaio Adriana ha poi partorito la sua bambina (attualmente ricoverata nel reparto di neonatalogia del Policlinico di Roma), spirando una settimana dopo l’ultimo respiro.

La madre della giovane si è detta sicura che quest’ultima sarebbe morta a causa del tardivo ricovero in ospedale. Ben tre le strutture che l’avrebbero rifiutata, di cui una rea di averla addirittura lasciata al freddo al di fuori della struttura, nonostante la malattia e la gravidanza: secondo il genitore se Adriana fosse stata curata prima, ovvero da quando si era manifestata la malattia, adesso sarebbe ancora viva.


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