Napoli è madre. Lo pensavo questa mattina, attraversando Via Toledo in direzione di Piazza dei Martiri.
Severa, nel senso di realista. Napoli non nasconde, non occulta. Napoli rivela. Ti accoglie senza giudicarti. Ti perdona. Napoli è misericordiosa, convivono beatamente poveri diavoli , santi e puttane.
L’umanità napoletana è un’iniezione di fraternità, in questi tempi carichi d’angoscia in cui desideriamo inocularci soltanto vaccino. Qui a Napoli c’è una cura diversa.
Passeggiando per Port’Alba in direzione della libreria- caffè letterario “Berisio”, una perla per i bibliofili impenitenti, c’era una maschera non più giovane con una chitarra fra le mani. Cantava le storie, gli aneddoti, le miserie dei napoletani e dei vicoli stretti stretti di questa città.
A Napoli ci si dà del voi. Stamane a colazione, mi accomodo. “Come state Don Mattè?”, mi dice il solito barista amico. “Tiriamo avanti”, rispondo col sorriso malinconico di chi vorrebbe esprimersi in lingua napoletana.
Alle 9.00 c’è la prima Messa al Gesù nuovo, la bella Chiesa dei Gesuiti. All’interno ci sono la tomba e le stanze di un santo, Giuseppe Moscati. Un medico non solo e non tanto dei corpi, quanto delle anime di chiunque egli incontrasse per la sua strada.
Voglio vedere uno dei teatri lirici più belli d’Europa: il San Carlo. Fu, appunto, Carlo di Borbone ad esigere che prendesse il suo nome, lui amante dell’antichità. Eterna gratitudine dovremmo portare al sovrano napoletano per aver riportato alla luce due meraviglie del Mediterraneo come Pompei ed Ercolano. Il teatro fu devastato da un incendio nel 1816. Fu ristrutturato e messo in sicurezza in un lampo: nove mesi di lavoro. In alto dominano Apollo e Minerva, le divinità protettrici degli artisti. Gli dèi sono in buona compagnia: si distinguono Dante, Beatrice, Petrarca. Naturalmente c’è anche Omero o, per meglio dire, la moltitudine di aedi che c’hanno tramandato l’Iliade e l’Odissea, i poemi fondanti la nostra stessa umanità.
Dicevo, Napoli è madre. Sabato la Chiesa ricordava il cuore immacolato di Maria, la madre di Gesù. Sarà un caso? Da cattolico non voglio e non devo neanche pensarci. Il Vangelo di Luca raccontava di quando, dodicenne, Gesù rimase a Gerusalemme presso il tempio ad interrogare i sacerdoti. I genitori, sulla strada di casa, si accorsero di aver smarrito Gesù. Tornando indietro, Maria si domanda come può essere che il figlio non abbia pensato a quanto timore avrebbe provocato nei suoi genitori. “Custodiva tutte queste cose nel suo cuore”, sottolinea l’evangelista.
Napoli ha un cuore anch’esso custodente, penso mentre attraverso il vicolo che mi porterà a casa nel quartiere della Pignasecca. Uno dei mercati più popolosi ed affollati di Napoli. Matilde Serao dedica al quartiere pagine bellissime: gli asini carichi di prodotti alimentari sono i protagonisti della Pignasecca assieme agli odori, ai sapori. Vicinissima a Piazza Carità e a Via Toledo siamo nel pieno centro della città ma dentro un’anima popolare sincera vera.
In alto, sul mare, c’è tutta una altra Napoli: Posillipo con il suo bellissimo Parco Virgiliano. Poi Marechiaro con la finestrella, sì quella della canzone, ed uno dei ristoranti più belli, “Cicciotto”. Mangiare con il golfo negli occhi e la luna a dipingere il mare è una emozione unica.
Al termine di una infinità di scalini si giunge, dalla discesa Coroglio, alla spiaggetta della Gaiola. Un sopramondo all’interno del quale si può conoscere la Meraviglia. Fu proprietà dell’Avvocato Agnelli, che di Bellezze si intendeva. Attualmente è pubblica, a disposizione dei napoletani e di chiunque voglia recarvisi.
Tornando da Posillipo, dopo un pranzo dall’amico Enzo Mattera al “Pruneto” ( se siete amanti del pesce non dico fresco ma vivo, non potete fare a meno di farvi visita) per prendere l’autostrada che mi riporterà a casa, passo su Corso Umberto I. Davanti a un portone c’è una Donna: si tocca i capelli. E’ bellissima. Ripenso alla bellezza delle Donne napoletane: al dialetto, musicale e più insidioso del canto delle sirene che ammaliò Odìsseo.
Viscerali, passionali, seducenti, eleganti e raffinate sono le Donne napoletane. Dai vicoli che circondano Via Toledo alla più raffinata Posillipo è la stessa meraviglia. Ad un primo sguardo paiono dei contrasti rudi, violenti. Poi t’accorgi che sono profili diversi di uno stesso volto.
Napoli, il volto della Vita e dell’Amore.
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