ROMA – Non è un virus per vecchi, morto un 34enne di Cave: è la vittima più giovane del Lazio. Una nuova vittima a confermare che il Coronavirus non uccide soltanto le persone anziane. Stavolta ad andarsene è stato Emanuele Renzi, un 34enne di Cave, papà di una bimba di appena 7 anni. Si tratta finora della vittima più giovane nel Lazio.

La tragedia si è consumata nella notte tra sabato e domenica, al policlinico di Tor Vergata, dove Emanuele era ricoverato dal 16 marzo. “Era stato a Barcellona“, raccontano i suoi colleghi. Al ritorno dalla Spagna, il 9 marzo, il ragazzone aveva avvertito i sintomi dell’influenza ed era rimasto in isolamento. Fino, appunto, al 16 marzo, quando era stato trasportato in ospedale.

C’è tristezza, ma anche sconcerto e paura tra i colleghi di Emanuele, che lavorava in un call center con più di 2000 dipendenti, in via Tiburtina a Roma. Fino a ieri in Youtility, questo il nome dell’azienda, si è infatti continuato a lavorare: i call center sono considerati dal governo come una delle attività produttive essenziali. Una dipendente, in una mail inviata a Repubblica, racconta come dopo la notizia del contagio di Emanuele alcuni colleghi fossero stati messi in regime di smart working, mentre tutti gli altri avessero cominciato a lavorare in azienda a distanza di sicurezza.

Rabbia tra i dipendenti dell’azienda perché, per citare la lettera a cui si è fatto riferimento, “i disinfettanti ce li siamo comprati facendo la colletta, la sanificazione è stata fatta solo venerdì“. E intanto piovono insulti fra i commenti al post di condoglianze pubblicato sulla pagina Facebook dell’azienda

Proprio per il numero dei dipendenti, ma anche per il viaggio effettuato in Spagna, si preannuncia un’analisi epidemiologica piuttosto lunga per ricostruire i movimenti ed i contatti che Renzi aveva avuto nei suoi ultimi giorni senza sintomi. Da capire anche se il giovane soffrisse di ulteriori patologie.

 


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