LATINA – Gestiva attività commerciali attraverso l’utilizzo di prestanome, dato che al momento era sottoposto a misure di prevenzione che gli impedivano di operare nel commercio. Così, nell’ambito dell’operazione Ottobre Rosso, gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato questa mattina all’alba Gianluca Tuma – già condannato per l’operazione “Don’t touch” -, suo fratello Gino Grenga e Stefano Mantovano. Sono tutti accusati di estorsione e fittizia intestazione di beni.

«Questa indagine, portata avanti insieme al personale della divisione anticrimine, nasce dalla denuncia di un uomo minacciato da una delle persone arrestate» ha spiegato il dott. Giuseppe Pontecorvo, capo della Squadra Mobile: «Nello specifico quest’ultimo, dopo aver incassato alcuni assegni, si è visto richiedere indietro la cifra: parliamo di 3/4 assegni di migliaia di euro riconducibili alla persona di Gianluca Tuma. Quando l’uomo ha ricevuto una risposta negativa alla sua richiesta, il rapporto tra i due deve essersi rotto e da qui è iniziata una vera e propria persecuzione, con tanto di minacce di morte – arrivate sia da Tuma che da Mantovano per conto di quest’ultimo – che prefigurano un tentativo di estorsione».

A seguito di numerose intercettazioni, la Polizia è arrivata alla conclusione che Gianluca Tuma si servisse di una serie di complici – tutti amici e parenti come Gino Grenga, appunto – per gestire alcune società, tutte nel campo della ristorazione e situate a Latina, Terracina e sul lungomare di San Felice Circeo. Gli arrestati inoltre stavano mettendo su un progetto espansionistico imprenditoriale per affacciarsi anche sulla città di Roma, sempre utilizzando lo stesso meccanismo dei prestanome.


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