“Padrenostro”, un film che lascia in continua attesa come in una partita a poker

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Titolo. Padrenostro

Regia: Claudio Noce

Soggetto: Enrico Audenino, Claudio Noce

Sceneggiatura: Enrico Audenino, Claudio Noce

Produzione Paese: Italia, 2020

Musiche: Ratchev & Carratello

Cast: Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, Anna Maria De Luca, Mario Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca, Antonio Gerardi, Francesco Colella, Paki Meduri, Giordano De Piano, […]

Valerio Le Rose (Mattia Garaci) mostra un amore morboso nei confronti del padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) con cui sta raramente, mentre è incurante del profondo affetto che la madre Gina (Barbara Ronchi) gli palesa continuamente. È ancora un bambino quando il padre, un vicequestore sotto scorta, subisce un attentato terroristico nel recarsi al lavoro. Valerio quella mattina è già sveglio e dalla finestra di casa assiste alla sparatoria, dove rimane ucciso un terrorista, mentre il padre pur gravemente ferito si salva. Ovviamente Valerio, tenendo in gran segreto di conoscere la verità, vive in continua e forte apprensione per il padre perché si rende conto che per il lavoro che fa possa essere ucciso da un momento all’altro. Per fortuna conosce un ragazzo più grande di lui, Christian (Francesco Gheghi), con il quale gradualmente suggella una profonda amicizia e con il quale riesce a superare quello stato di continua ansia in cui era sprofondato.

Il regista si ferma a fare osservare allo spettatore i minimi particolari e i dettagli minuziosi utilizzando nel contempo strategie che fanno scoprire gradualmente la verità – così come avviene normalmente nella vita quotidiana – e che mettono in risalto gli stati emotivi, gli atteggiamenti e i comportamenti dei diversi personaggi facendoli vivere anche allo spettatore. Il regista, infatti, volutamente non dichiara manifestamente – come se non ne avesse conoscenza – il susseguirsi delle azioni e i conseguenti effetti, e, con sagacia e maestria, riesce a porre lo spettatore in uno stato di continua attesa così come avviene al poker – gioco considerato un tipo di contesa psicologica – quando ogni giocatore spizzica lentamente le sue cinque carte per scoprire la combinazione che ha. È quello stesso stato di attesa in cui continuamente si vengono a trovare soprattutto Valerio e il padre Alfonso, che è ritenuto infame o eroe a seconda dei punti di vista. Ciascuno di loro due vive nella paura e nell’angoscia: Valerio ha paura di ricevere da un giorno all’altro la notizia di non poter vedere più il padre, mentre Alfonso ha l’angoscia di trascurare continuamente la famiglia e soprattutto suo figlio Valerio. È sintomatico di ciò quando la moglie Gina dice al marito: siamo qui e ho paura, dimmi che anche tu ce l’hai. E stessa questa paura continua e crescente sempre di più sconvolge gli stessi spettatori non solo per tutta la durata del film ma anche oltre.

Il film, tra l’altro, vuole evidenziare l’era del terrorismo degli anni settanta che ha generato solo morti fomentando odio e paura tra la popolazione e mettendo gli uni contro gli altri in un paese, come l’Italia, dove c’è bisogno che si avvii la realizzazione di una vera fratellanza. E dove ci sarebbe un gran bisogno di pontefici che non facciano dimenticare il triste e sanguinoso passato da cui prendere insegnamento per dare spazio all’amore. Padrenostro, infatti, è un film sull’amore perché con l’amore si vince ogni cosa, si vince l’odio, si vince la paura, si vince l’angoscia, e perché l’amore è il sentimento umano più forte che può soltanto unire le persone in un progetto comune.

Claudio Noce dirige magistralmente e con un linguaggio filmico particolare e apprezzabile questo film ispirato ad una storia vera, vissuta da lui stesso e dalla sua famiglia nel periodo in cui l’Italia si trovava alle prese con il terrorismo. Era il 1976 quando suo padre Alfonso, vicequestore, subì un attentato dove rimase ferito, ma dove morirono un poliziotto e un terrorista.

Padrenostro è stato presentato in concorso per il Leone d’Oro alla 77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia  ed ha ottenuto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Pierfrancesco Favino.

Filmografia

Good Morning Aman (2009), La foresta di ghiaccio (2014).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).