Paul Klee : l’arte non riproduce ciò che è visibile ma rende visibile ciò che non sempre lo è

1881

Paul Klee fu un artista tedesco tra i più importanti e originali del Novecento. Nacque il 18 dicembre 1879 a Münchenbuchsee, una cittadina svizzera vicino Berna, e durante la sua carriera fu vicino a molte correnti artistiche: la sua produzione è assai ampia e difficilmente classificabile, ma – semplificando un po’ – il genere pittorico a cui fanno riferimento le sue opere più famoso è quello dell’astrattismo.

I genitori di Klee erano un insegnante di musica tedesco e una cantante svizzera, e durante l’infanzia cercarono di spingerlo a diventare un musicista facendogli prendere lezioni di violino all’età di sette anni. Nonostante il talento, Klee durante l’adolescenza si avvicinò alle arti visive cominciando a disegnare sui supporti più vari, compresi i libri di scuola dove disegnava soprattutto caricature. Nel 1898 iniziò a studiare all’Accademia di Belle Arti di Monaco e dopo gli studi, tra il 1901 e il 1902, fece un viaggio in Italia per studiare i maestri del Rinascimento: soggiornò a Firenze, a Roma e a Napoli, poi tornò a Berna dove cominciò a sviluppare delle nuove tecniche di composizione e di pittura. Nel 1906 si sposò con la pianista Lily Stumpf, con la quale si trasferì a Monaco.

Intorno al 1911, Klee incontrò l’artista russo Vassilij Kandinskij, anche lui in città in quegli anni. L’incontro con lui e con August Macke, pittore tedesco, diede nuovo impulso all’attività artistica di Klee: con loro e con altri artisti si unì al movimento espressionista Der Blaue Reiter, fondato da Kandinskij stesso. Ciò che accomunava questi artisti, al di là delle singole peculiarità, era un approccio spontaneo e istintivo alla pittura, e la volontà di veicolare un messaggio “spirituale” e metafisico attraverso l’arte. Klee in questi anni cominciò a sperimentare forme completamente nuove: tra le altre cose fu uno dei primi, insieme agli altri del Der Blaue Reiter e a Picasso, a rappresentare la realtà in forma astratta, contribuendo alla nascita della corrente artistica detta successivamente “astrattismo”.

“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è” –
Nel 1920 venne invitato a insegnare alla scuola Bauhaus a Weimar, fondata da Walter Gropius con un’idea innovativa: unire le esigenze creative dell’arte con quelle industriali dell’artigianato, e introdurre un approccio funzionalista nell’architettura. Dopo Klee, anche Kandinskij cominciò a insegnare alla Bauhaus e le loro lezioni contribuirono a stabilire i canoni dell’astrattismo.

Il contributo di Klee alla storia dell’arte non sta soltanto nella sua grande produzione (circa diecimila opere) ma anche, appunto, nell’elaborazione teorica. Klee fu un vorace lettore e aveva interessi vari che lo resero un personaggio di rottura, un avanguardista che insieme a Picasso contribuì allo sviluppo della successiva arte contemporanea. Giuseppe Di Giacomo, professore di estetica all’Università di Roma “La Sapienza”, ha detto di lui: «l’importanza di Klee per la concezione artistica del Novecento è pari a quella che ha avuto Leonardo Da Vinci con il suo De pictura nel Quattrocento».

Nei primi anni Trenta, Klee tornò in Svizzera, a Berna, dove insegnò e dove morì, nel 1940.


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