Quel padre che sgozza i figli e s’uccide ci induca a riconoscere e a curare le patologie mentali!

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LATINA- C’è una notizia di cronaca che viene dal Veneto. No, non ha nulla a che fare con la pandemia che da quelle parti corre veloce. Un papà di 49 anni ha sgozzato i figli di 15 e 13 anni, salvo poi recidersi la giugulare. Un omicidio-suicidio corredato da un biglietto in cui era espressa la volontà di questo “padre sterminatore”, per usare un termine caro alla psicologia forense, di essere cremato.

49 anni, “operatore olistico” ed appassionato di filosofia orientale, l’assassino-suicida stava trascorrendo l’ultimo fine settimana con i figli adolescenti prima di Natale. Con l’ex moglie s’erano lasciati malamente. Lei, di professione infermiera, non riusciva a provvedere in autonomia alle spese che si rendono necessarie per crescere bene due figli. Lui, per ripicca, si rifiutava di pagarle gli alimenti. La questione era finita nelle mani del giudice e, molto probabilmente, si sarebbe giunti ad un affido esclusivo alla madre.

Inoltre, pare che la donna abbia più volte riferito alle autorità i malesseri che tormentavano l’ex marito, mostrandosi intimorita nell’affidargli i figli.

Ci auguriamo che la Magistratura approfondisca il caso e chiarisca perché alle preoccupazioni di una ex moglie e mamma non siano seguite delle misure idonee a tutela dei minori coinvolti.

Questa tragica vicenda consumatasi nel padovano nella notte tra sabato e domenica, racconta di quanto le patologie psichiatriche vengano sottovalutate, sminuite, persino ignorate. L’omicida-suicida non è stato vittima di un raptus improvviso. Piuttosto, l’atto di sgozzare con un coltellaccio da cucina i figli mentre erano impotenti, nel sonno, ci induce a ritenere che esso sia il frutto di anni di frustrazione e di impotenza. Anni in cui non si è stati in grado di esercitare la potestà genitoriale. Sapersi e farsi padre è il punto d’arrivo di un cammino lungo e tortuoso in cui pesano malesseri, eventuali patologie che come tali andrebbero riconosciute e trattate dagli operatori sanitari.

Non risulta che Alessandro Pontin fosse in cura da uno psichiatra, nonostante le ripetute grida d’allarme dell’ex moglie.

Pietro Pontin, 13 anni e Francesca di 15 avrebbero potuto e dovuto salvarsi. Tanto per cominciare, non avrebbero dovuto trovarsi in quella villetta in provincia di Padova accanto ad un padre malato.

La mamma dei ragazzi, avvertita della tragedia, ha immediatamente perso conoscenza ed attualmente è ricoverata in una struttura sanitaria. Una preghiera ed un pensiero per questa Donna ferita a morte nel non esser più madre.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.