Rifiuti, Zingaretti dà l’ultimatum a Latina ma c’è l’incognita Arpa

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Tolleranza zero verso le inadempienze provinciali. Dalla Pisana passa un messaggio energico in tema di rifiuti. E la provincia di Latina va nel mirino della Regione. Infatti, a margine dell’assise regionale lo stesso presidente Zingaretti ha emesso un’ordinanza “che vanno messe da parte ogni polemica e lavorare insieme per il bene di Roma. Con l’ordinanza adottata, la Regione Lazio aiuta la città e individua soluzioni concrete per risolvere le criticità nella raccolta e per lo smaltimento dei rifiuti. Ora è importante che questo percorso abbia seguito e che tutti gli attori coinvolti collaborino per una gestione virtuosa dell’intero ciclo. La Regione è pronta come sempre a fare la propria parte ed assumersi le proprie responsabilità”. Chiaro il riferimento alla sindaca capitolina Raggi, ma intanto mentre Atene piange Sparta non ride, nel senso che l’immobilismo dei cinquestelle a Roma in tema di rifiuti ha generato dubbi, interrogativi, perplessità e timori nelle altre province laziali, già in difficoltà quotidiana per lo smaltimento dei loro di rifiuti. Così siamo arrivati ai diktat con l’ordinanza firmata dal governatore Zingaretti, che rompe ogni indugio, scottato anche in casa propria dopo l’inchiesta che ha visto coinvolto il settore rifiuti: in questa al di là di chiedere –per l’ennesima volta- al Campidoglio qual è il sito individuato per il nuovo centro di raccolta di Roma, trasmettendo entro 30 giorni un piano impiantistico ai fini dell’autosufficienza in termini di trattamento, trasferenza e smaltimento. Identico il concetto che coinvolge il comprensorio pontino. Infatti, la Provincia di Latina entro 30 giorni dalla notifica della presente ordinanza deve trasmettere un piano impiantistico ai fini dell’autosufficienza in termini di trattamento, trasferenza e smaltimento in cui ci si impegni a realizzare una rete integrata e adeguata di impianti ai sensi dell’art. 182-bis del d.lgs 152/2006.

A margine del Consiglio straordinario del Lazio svoltosi in data 31 marzo, convocato per la situazione dei rifiuti nel Lazio e per la recente inchiesta da parte della magistratura, intanto si legge una nota riassuntiva direttamente dal sito istituzionale della Regione Lazio che per alcuni aspetti lascia interdetti e che anticipa il momento critico e di profonda incertezza, se non caotico, che vive il settore.

Dalla nota sul sito istituzionale l’assessore al Ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani cita testualmente che “abbiamo temporaneamente sospeso tutti i provvedimenti in atto, istituito un gruppo di lavoro interno per l’esame dei procedimenti in corso di istruttoria, avviata la riforma dei procedimenti per aumentare la trasparenza, domani (oggi per chi legge) la Giunta approverà una proposta di legge per assegnare ad Arpa Lazio tutte le attività istruttorie per le autorizzazioni in materia di rifiuti”.

Ecco, ci chiediamo come la Arpa Lazio possa svolgere questa competenza dato che è organo controllore, poiché l’Agenzia regionale per la protezione ambientale svolge dall’entrata in vigore nel 1994 attività di controllo di fonti e di fattori di inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, acustico ed elettromagnetico; monitoraggio delle diverse componenti ambientali: clima, qualità dell’aria, delle acque, caratterizzazione del suolo, livello sonoro dell’ambiente; supporto tecnico-scientifico, strumentale ed analitico agli enti titolari con funzioni di programmazione e amministrazione attiva in campo ambientale.

Questo cosa significa? Che ogni tipologia di attività istruttoria deve essere vagliata sin dalla sua prima fase da Arpa che quindi non è solo ed esclusivamente più organo di supporto agli enti pubblici titolati? Che organo controllore e controllato combaciano?

In questo clima di incertezza, reso più pesante dalla delicata situazione dell’emergenza sanitaria da Covid-19, si rischia enormemente di ingessare ancora di più le imprese che hanno come mission aziendale la materia dei rifiuti.

 


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