“Sanità, chiacchiere senza distintivo”

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TERRACINA – La battaglia delle parti sociali e dei cittadini diretta all’ottenimento di una sanità pubblica migliore di quella che c’è somministrata da decenni, è un tema che mi appassiona.

E lo spunto di questa (forse) insana passione civile me lo offre il manager dell’Asl della Provincia di Latina, che ha convocato i sindaci dei 33 comuni per l’ennesimo confronto,  nel probabile tentativo di individuare un percorso fattibile per migliorare la non certo facile situazione.
Un confronto del quale i cittadini terracinesi non hanno avuto nessuna conoscenza, tanto che un ex assessore del primo governo Procaccini, intervenendo su facebook scriveva: “Il piano aziendale a cui mi riferisco è stato presentato il 5 ottobre 2016 alla conferenza dei sindaci e parla di due Poli. Inoltre cosa è cambiato in meglio ai due ospedali dal 2013 nulla o poco in positivo, mentre solo il 5 ottobre 2016 dopo un anno è arrivato il primario di chirurgia, abbiamo perso il primario di ortopedia , sono andati via due anestesisti non sostituiti. L’osservazione breve prevista da oltre un anno a Terracina ancora non c’è”.
Un intervento sincero e realistico, ma anche di critica alle tante prese per i fondelli che i cittadini di Terracina e Fondi stanno subendo dal presidente regionale Zingaretti, che nel tempo ha inviato sul territorio pontino manager che avevano il solo scopo istituzionale  di “perdere tempo”.
L’intervento dell’ex assessore procacciniano non passava sotto silenzio e dopo pochi minuti giungeva la nota vergata a mano dal sindaco in carica, che senza giri di parole affermava: “Attenzione, non è vero che nel nuovo atto aziendale sia previsto lo smembramento del presidio di centro”.
Una bella presa di posizione a difesa – forse – dell’indifendibile, mentre la realtà è rappresentata dal sistematico smantellamento dei servizi dei due ospedali, che potrà essere anche altra cosa. Ma al cittadino interessa poco il resto fatto di incontri e chiacchiere amene.

Registro inoltre l’interpello del consigliere regionale Pino Simeone, rappresentante del centro destra della Provincia di Latina, che rivolgendosi a Zingaretti affermava: “… Per non pensare al Fiorini di Terracina e al San Giovanni di Dio di Fondi dove i reparti, come la chirurgia, sono spostati, accorpati, spalmati come nel gioco delle tre carte creando solo disorientamento e disagi ai pazienti e al personale, già esiguo, impiegato”.

E’ inoltre vero che nel combattimento “corpo a corpo” con l’istituzione regionale (e non solo) le associazioni civiche per la protezione degli interessi sanitari dei cittadini del presidio di centro qualche lieve miglioramento lo hanno strappato.

Ma si è sempre però ben lontani da quanto riportano gli atti aziendali sottoscritti da Asl e Regione Lazio nel tempo.

Grave è anche il mancato interesse di Zingaretti e dei suoi manager per quanto riguarda il riparto del fondo sanitario regionale sulla quota “capitaria”, che per la provincia di Latina è quella più bassa di tutte le altre province laziali: con grave pregiudizio perchè compromette l’offerta dei servizi offerti anche agli utenti del presidio di centro.

E’ dunque sempre più evidente che da anni ci troviamo di fronte ad un gioco pericoloso le cui vittime sono esclusivamente i cittadini.

Gioco alimentato e sostenuto, con orpelli dialettici, diversi rispetto all’occasione, da una politicanza spesso autoreferenziale e incapace di impegnarsi seriamente per la soluzione dei problemi che contano.

Perché diciamocelo francamente: i piani sanitari scritti per la provincia di Latina sono stati prodotti con inchiostro simpatico, senza riscontro reale e a discapito del cittadino. Altro che storie!

Pertanto, rinnovo l’invito a organizzare una spedizione democratica sotto le finestre romane che contano, a iniziare da quelle del presidente della Regione Lazio.
 
 
Gina Cetrone
Movimento politico Sì Cambia

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