LATINA- Da Limbadi, piccolo paese base in provincia di Vibo Valentia a Latina senza ritorno. E’ rimasto a vivere per sempre in una città in pieno boom economico il dottor Ugo Redi, scomparso ieri. Arrivò nel capoluogo pontino per dirigere il laboratorio di analisi cliniche all’Inam, in piazza Celli. Contemporaneamente ebbe l’idea di realizzare un centro privato convenzionato nel pieno centro della città. Da quel momento la sua figura ha assunto un ruolo importante, ogni mattina in tanti a fare la fila per un prelievo e una risposta nei giorni successivi. L’attività poi si è ampliata grazie ai figli Umberto, Maria Celeste, Francesco e Roberta. Sono stati visionari nell’inaugurare un laboratorio nel quartiere Nascosa quando ancora non era completamente abitato, poi è nato il gruppo Redimedica – specializzato in tante branche della medicina – presente nel Lazio con 15 sedi. Ugo Redi era lo stampo di un vecchio gentiluomo meridionale che non mancava mai di evolversi con generosa partecipazione alla vita di una comunità che lo ha accolto con simpatia. Il suo carattere mite e bonario rappresentava una garanzia, un patrimonio da valorizzare. Il dottore amava la vita, sorretto da una famiglia unita con tanti attori impegnati in un gioco di squadra armonioso. Ugo Redi aveva visto giusto. Arrivò a Latina agli albori degli anni sessanta. Per comprendere quel periodo dorato va posto un insieme di fattori, a cominciare dalla congiuntura internazionale propizia, il processo europeo di integrazione, con la firma nel 1957 del Trattato di Roma che istituisce la Comunità Economica Europea. Le merci italiane hanno maggiore fortuna in tutto il continente grazie anche alla qualità artigianale dei prodotti e al basso costo del lavoro. La provincia di Latina ha goduto in maniera cospicua degli investimenti promossa dalla Cassa per il Mezzogiorno. Un colosso come l’Eni realizza la centrale nucleare di Borgo Sabotino, inaugurata nel 1962. Il suo fondatore Enrico Mattei, in quegli anni è stato protagonista indiscusso del balzo in avanti compiuto dal paese, dando impulso sempre maggiore all’intervento pubblico non ritenendo sufficiente l’iniziativa dei privati.
La marcia verso Latina è un punto di riferimento tale che anche un giornale importante come il “Corriere della sera” – nel 1962 – dedica un’intera pagina all’emancipazione dell’Agro pontino che da terra paludosa diventa una zona d‘Europa di produzione e di consumo.
(Da tutta la redazione di News 24 le più sentite condoglianze alla famiglia e ai parenti tutti).
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