LATINA – In vista dell’afflusso di turisti, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità hanno promosso una campagna di controllo delle strutture ricettive su scala nazionale che ha interessato anche il territorio pontino e si è conclusa nei giorni precedenti al Ferragosto. Nell’ambito di un’attività pianificata d’intesa col Ministero della Salute, i militari dell’Arma hanno passato in rassegna villaggi turistici, campeggi, agriturismi e strutture di questo genere votate alla ricettività vacanziera. Un piano di ispezioni che ha fatto emergere numerose irregolarità, in media quasi la metà dei locali passati al setaccio.

In provincia di Latina i carabinieri del Nas diretti dal capitano Felice Egidio hanno controllato sedici strutture ricettive tra agriturismi, campeggi e villaggi turistici dei quali sette, a Latina, Terracina, Gaeta e Sabaudia, sono risultati non in regola, ossia una media superiore al 40% di gran lunga peggiore del trend nazionale. Irregolarità che hanno riguardato principalmente carenze igienico sanitarie e strutturali che sono costate le sanzioni del caso e una serie di prescrizioni per i titolari delle licenze. Nessuna chiusura, quindi, perché le situazioni riscontrate non erano abbastanza gravi da richiedere il provvedimento più estremo, ma i gestori dovranno mettersi in regola entro i termini di legge.

Su scala nazionale la quota delle strutture irregolari rispetto a quelle controllate rasenta il 28% con 202 sanzioni riscontrate su 724 strutture e aziende nel campo della ricettività turistica. In tutta Italia in 17 casi sono scattati provvedimenti di sequestro o di sospensione delle attività a causa delle irregolarità più gravi e di incompatibilità con la prosecuzione del servizio. Il bilancio nazionale ha fatto registrare poi 301 violazioni penali e amministrative per un ammontare di 150.000 euro per le inosservanze rilevate dai militari del Nas. In molti casi è stata riscontrata la mancata attuazione delle misure di contenimento alla diffusione del covid, ovvero l’utilizzo di mascherine, l’installazione di dispenser per la disinfezione delle mani, ma anche la predisposizione di procedure di sanificazione, mantenimento del distanziamento e la formazione degli operatori impiegati nelle strutture ricettive.

La metà delle violazioni contestate in giro per l’Italia sono attribuibili a carenze igienico-sanitarie e strutturali di ambienti adibiti alla preparazione e somministrazione dei pasti, spesso improvvisati o ampliati abusivamente rispetto alle previsioni e collocati in spazi ristretti, a volte anche privi di acqua potabile. Nei casi più gravi sono stati trovati alimenti stipati in cattivo stato di conservazione e proposti fraudolentemente come freschi, mentre in altri casi mancava l’indicazione sulla presenza di allergeni o la tracciabilità del prodotto. All’esito degli interventi, i carabinieri hanno eseguito il sequestro di 1.890 kg di alimenti irregolari.


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