LATINA – Venerdì 25 novembre alle ore 17,30, presso il Chiostro della Cultura Stoà, via C. Battisti, 21 – Latina, sarà inaugurata la mostra “I tempi della pittura. Percorsi di memoria”.

Si tratta di una collettiva di sedici artisti attivi nel capoluogo pontino dagli anni Settanta a oggi, curata da Laura Cianfarani, Alberto Serarcangeli e Marcello Trabucco. L’ampio spazio espositivo di Leone Marcucci accoglierà, per ciascun artista, un’opera degli anni Settanta e una contemporanea, in modo da mostrare al pubblico il percorso e i cambiamenti intrapresi nella carriera di ognuno.

Saranno esposte opere di: Sergio Ban, Ezio Colosimo, Giuseppe Coluzzi, Giuseppe Di Salvo, Roberto Fabiani, Antonio Farina, Venanzio Manciocchi, Generoso Mancinelli, Alberto Manzetti, Patrizio Marafini,Leone Marcucci, Francesco Martelli, Osvaldo Martufi, Addis Pugliese, Alberto Serarcangeli e Marcello Trabucco.

Si legge nel testo critico di Laura Cianfarani:

Cinquant’anni possono essere un periodo lungo, sia nella vita di una persona, quando si è nel pieno dell’età adulta, quando i figli sono ormai grandi e iniziano a diventare loro stessi genitori, sia a livello sociale, se si pensa ai cambiamenti intervenuti nell’ultimo mezzo secolo, sia per quanto concerne le arti figurative. La mostra I tempi della pittura (1972-2022). Percorsi di memoria, vuole far luce sui cammini di sedici artisti che hanno gettato le basi del loro lavoro negli anni Settanta e che oggi si sono riuniti non tanto per fare un punto della situazione ma, quasi per gioco, per vedere dove la vita, e l’arte, li hanno portati, certi di non essere comunque arrivati. Artisti diversi per formazione, stile e linguaggio, alcuni autodidatti altri no.

Tra loro si contano architetti, scultori, pittori e incisori, ma fare una cesura in base a queste categorie sarebbe altrettanto forzato di voler trovare necessariamente un filo comune. E’ anche vero che questi artisti si sono guardati tra di loro, così come hanno osservato il panorama italiano e internazionale di quegli anni, ricavandone ognuno, a seconda della propria sensibilità, un’interpretazione espressiva diversa. Alcuni non ci sono più: è il caso di Addis Pugliese, Ezio Colosimo, Sergio Ban, Roberto Fabiani, Generoso Mancinelli e Giuseppe Di Salvo, che, insieme agli altri colleghi, hanno contribuito alla tradizione artistica pontina.

Sebbene la diversità e l’unicità di ognuno renda impossibile parlare di una scuola, è pur vero che l’interrogarsi sull’arte che vede protagonista il capoluogo pontino dal Ventennio in poi, dà adito alla riflessione sul ruolo della memoria e sull’importanza del suo recupero, imprescindibile per identificarsi in una collettività cittadina, elemento tanto necessario quanto più se ne sente la mancanza. Ed è proprio la memoria il fulcro della mostra”.


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Laurea triennale in "Scienze della comunicazione e dell'informazione" presso Università degli Studi Roma TRE. Laurea Specialistica in "Media, Comunicazione digitale e Giornalismo" presso Università La Sapienza di Roma. Aspirante giornalista e addetto stampa presso vari enti locali, scrivo di cronaca, politica, società e sport.