“Volevo nascondermi” descrive con sottile acume la vita sofferta di un grande artista, Ligabue

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Titolo: Volevo nascondermi

Regia: Giorgio Diritti

Soggetto: Giorgio Diritti, Fredo Valla

Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Tania Pedroni

Musiche: Marco Biscarini, Daniele Furlati

Produzione Paese: Italia, 2020

Cast: Elio Germano, Oliver Ewy, Leonardo Carozzo, Pietro Traldi, Orietta Notari, Andrea Gherpelli, Denis Campitelli, Filipo Marchi, Maurizio Pagliari, Francesca Manfredini, Daniela Rossi, Mario Perotta, Paolo Dallasta, Gianni Fantoni, Paola Lavini, […]

Giorgio Diritti in quest’ultimo film, Volevo nascondermi, delinea con la sua originale maestria di regista i tratti più significativi della vita del grande pittore naïf  Antonio Ligabue(Elio Germano), detto Toni, mettendone a nudo le sofferenze della vita e il triste isolamento, e a farne percepire le angosce attraverso un linguaggio mimico significativo, deciso e senza sbavature. Lo fa con il suo originale linguaggio cinematografico che rasenta quello documentaristico, per mezzo del quale riesce a descrivere le emozioni e i sentimenti del protagonista emozionandosi ed emozionando lo spettatore, passo dopo passo, senza soluzione di continuità. Giorgio Diritti descrive con oculatezza di ordine morale e con efficacia di ordine realista soprattutto il mondo interiore di Ligabue, fatto di sincera e profonda umanità, di quell’umanità che l’ha tradito sin dalla tenera infanzia perché povero, deriso perché diverso, umiliato perché privo dell’affetto della madre, che l’aveva affidato per necessità ad una famiglia svizzera borghese. E fa emergere sapientemente dalla bruttezza fisica e dalla forza esteriore tutta la grande bellezza interiore che Toni riesce ad esprimere, né con il suo linguaggio incomprensibile perché non sa esprimersi, né con i suoi modi non canonici perché non sa comportarsi, ma con i suoi magnifici quadri da cui emerge la potenza interiore che possiede e da cui traspare la rabbia che ha incamerato durante la sua triste infanzia e la sua sofferta adolescenza in Svizzera. Dalla Svizzera viene espulso e mandato in Italia, costretto per necessità a vivere, isolato dal mondo, in una capanna sul fiume Po, cibandosi di ciò che la natura gli potesse offrire, compresi i topi. Toni, stanco e impaurito della realtà che gli si presenta, per sopportare la solitudine incomincia a dipingere e attraverso la pittura sprofonda nella sua interiorità, dove nasconde la testa come fa lo struzzo della favola, perché vuole istintivamente estrarre dal suo inconscio tutta la bellezza che possiede ed esternarla. E da questa genuina estrazione far cogliere nella sua bizzarra “diversità” la sua umana e distinta “normalità”. Alla pittura, che gli permette di dare sfogo al suo inconscio caratterizzato da un’acuta sensibilità e con cui dimostra subito il suo estro d’artista e che catalizza l’incontro con lo scultore Mazzacurati, si dedica anima e corpo. E con essa acquista quella libertà che fino ad allora gli era stata negata. Dall’intensità dei colori forti, dal contrasto di questi, dalla rappresentazione di animali esotici feroci, come leoni, tigri, gorilla, di cui spesso rappresenta gli artigli, emerge tutta la sua rabbia per essere stato maltrattato e deriso a causa della sua “diversità”. Al tempo stesso, dalla rappresentazione di quegli animali affiora tutta la sua impulsiva emotività, la sua grande indulgenza e la sua grande generosità che esplicita ampiamente e disinteressatamente. Da persona rifiutata e respinta diventa persona accettata e amata che si integra in una società che lo apprezza e lo predilige, in una società che come il vento fa il suo giro – parafrasando il titolo del film d’esordio (2005) del regista. Giorgio Diritti descrive in Volevo nascondermi, la vita tormentata di Antonio Ligabue da bambino (Leonardo Carozzo), da giovane (Oliver Ewy) fino all’età adulta magnificamente interpretata da Elio Germano che, per la sua magnifica e intensa interpretazione, al Festival del Cinema di Berlino 2020 ha vinto l’Orso d’argento per il migliore attore.

Filmografia

Il vento fa il suo giro (2005), L’uomo che verrà (2009), Un giorno devi andare (2012).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).