“La natura gioca a dadi” dal libro “Racconti pandemici – Ricordi Testimonianze Riflessioni per le generazioni future”

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 Racconti pandemici – Ricordi Testimonianze Riflessioni per le generazioni future” – di cui ebbi a scrivere in https://www.news-24.it/racconti-pandemici-e-una-molteplice-narrazione-poliedrica-della-realta-pandemica-covid-19-predittiva-di-una-socialita-limitata/ – è il titolo del libro edito (ISBN 978-88-32145-02-1) a dicembre 2021, la cui realizzazione, curata da Antonio Polselli, è frutto del patrocinio di Antimo Di Biasio, Presidente della Libera Associazione Culturale CIVICART, e dello sponsor Metal Wartung S.r.l.s di Latina.

Ai lettori di news-24.it voglio proporre uno dei trentasei racconti (e nove componimenti poetici) scritti rispettivamente da trentanove autori, di cui venti donne:

“La natura gioca a dadi

Felix, qui potuit rerum cognoscere causas …(Virgilio)

La porta si aprì e Walter rimase sorpreso. Un tremolio gli pervase tutto il corpo. Si trovò dinanzi non Luisa ma una ragazza dalle fattezze angeliche: gli occhi castani penetranti e incastonati in un delizioso viso ornato da una folta chioma bruna penzolante, il corpo slanciato e il sorriso magnetico. Con un’incipiente frequenza cardiaca elevata il giovane, incerto sul da farsi, rimase dinanzi all’uscio.

«Ciao, sono Ursula!»

Ancora in stato semiconfusionale, Walter riuscì a chiedere:«Tu sei la francese di Nimes che sa l’italiano?»

«Sì, sono io!»

«E tu sei Walter!»

Un attimo dopo, incurante di Ursula, il giovane solcò l’uscio, avendo sentito Luisa che lo salutava dalla cucina, dove stava allestendo i preparativi festaioli».

«Ciao, questi fiori sono per te!»

«Oh, che belli, grazie!»

«Un piccolo pensiero per il tuo compleanno, … e Fabio?»

«Ritarderà perché ha un colloquio con il relatore della sua tesi».

La bellezza di Ursula aveva ridato vigore all’indole dongiovannesca di Walter che, dopo la sua recente crisi sentimentale, a Luisa chiese ragguagli su Ursula.

«Due giorni fa mi ha chiesto per telefono se l’ospitassi».

«Lei ti ha accolta a Nimes?»

«Sì, ora le ricambio l’ospitalità».

«Hai fatto bene, così la potrò conoscere meglio».

«Il lupo cambia il pelo, ma non il vizio

«Ho notato che Ursula, oltre che bella, è schietta».

«Stai attento perché è assai ardita e poco scrupolosa».

«Meglio ancora!»

Il dialogo intimo venne interrotto dal sopraggiungere di altri invitati, per cui Walter andò nel salone ad avviare lo stereo. Intento a cercare una canzone, si accorse di avere alle spalle Ursula, alla quale come atto empatico disse «È bello che tu sia qui!Quale musica prediligi?»

«La bella musica».

«La musica è un’arte meravigliosa che si apprezza ascoltandola».

«È vero! La musica si ascolta, non si sente».

«Ecco, ho trovato Love you madly, cantata da Ella Fitzgerald».

«Il titolo è bello, ma non conosco la canzone».

Quel titolo fu galeotto perché Ursula intuì con piacere l’intento di Walter».

«Inseguiamo il futuro senza mai goderci il presente, senza cogliere l’attimo felice che dà vigore alla vita, senza capire che in quell’attimo c’è il suo senso. La musica è un modo che permette di cogliere quell’attimo che così diventa eterno. Essa, inoltre, genera fluttuazioni ritmiche in coloro che l’ascoltano, facendoli entrare, come per magia, in risonanza».

«Incredibile, ma vero!»

«Questa sera ho avuto il privilegio di conoscerti e ciò mi ha permesso di agire in piena libertà. La bella musica e una sana lettura mi hanno fatto vivere fuori dal tempo, soprattutto da questo triste e doloroso periodo di pandemia, che mi ha costretto a stare chiuso in casa per evitare ogni contatto fisico con gli altri. La musica e la lettura mi hanno aiutato a superare questo stato di disagio, a non farmi perdere il senso di libertà e ad affrontare e superare la paura».

«È vero! Lo stesso ho fatto io, che mi sono trovata casualmente a casa di mio cugino a Firenze, dove sono rimasta chiusa per due mesi e mezzo. Uscivo solo per fare la spesa con la mascherina mentre lui era al lavoro. Confesso che non sempre mi distraevo e la depressione, talvolta, mi coglieva all’improvviso».

«Se questa pandemia fosse successa quando ero piccolo chissà come mi sarei divertito a giocare con mia nonna?»

«Come giocavate?»

«Il gioco dell’oca era il mio preferito».

«Ho conosciuto questo gioco mentre ero ospite da una mia zia, a Rouen in Normandia, dove ho preso dalla sua libreria e letto il romanzo Le Testament d’un excentrique di Jules Verne. Perché lo preferisci?»

«Mi piaceva buttare i dadi; gioivo quando il punteggio mi faceva avanzare e soffrivo quando mi bloccava o mi faceva indietreggiare. Se arrivavo alla meta ero felice. Diventato grande mi resi conto che quel gioco è una metafora della vita, perché mi convinsi che il nostro percorso vitale rimane in balia del caso, così come è casuale il punteggio ottenuto ad ogni lancio dei dadi. Questa convinzione la consolidai quando lessi il libro A caso. La sorte, la scienza, il mondo  di Ivar Ekeland, e altri libri dello stesso genere».

«Perché quel gioco secondo te è una métaphore

«Il Coronavirus ha origine ignota; forse proviene dalla Cina, da dove si è diffuso in tutto il mondo velocemente perché le persone infette, viaggiando, lo hanno trasportato e trasmesso inconsapevolmente alle persone con cui sono venute in contatto. Ho studiato i virus in microbiologia, ed è per questo che ritengo che la natura giochi a dadi».

«La natura attraverso i virus gioca a dadi? È la prima volta che sento dire una cosa del genere. E come mai li hai studiati?»

«Sono laureando in Medicina».

«Oh, magnifico! Allora mi può spiegare come agiscono?»

«Un virus non è un essere vivente ma si replica quando entra in un organismo, in un uomo ad esempio, iniettando in una cellula il proprio codice genetico, che sostituisce quello della cellula ospite. È il primo lancio di dadi che la natura fa».

«Non capisco!»

«Il codice genetico del virus si composta come un autista che prende il posto di quello che sta guidando un’auto in corsa, che sarebbe la cellula dell’uomo. Questo nuovo autista guida e regola la riproduzione della cellula. E qui avviene il secondo lancio dei dadi: il virus si riproduce in gran numero sempre che non ci siano gli anticorpi a sufficienza per combatterlo e distruggerlo. A questo punto, l’organismo infetto può contagiare qualunque altro organismo: è questo il terzo lancio dei dadi. Durante quest’ultimo passaggio il codice genetico del virus può subire delle mutazioni che lo fanno rinvigorire, rendendolo più forte e resistente agli anticorpi: quarto lancio dei dadi».

«Ora incomincio a capire!»

«La vita, dunque, è come il gioco dell’oca dove c’è chi perde e chi vince. Se fosse così, ed è così, vorrebbe dire che la vita di un essere vivente dipende dal caso. E dato che il virus è un’entità naturale, è la natura che gioca a dadi con ciascuno di noi».

«Quel che mi hai descritto mi porta a riflettere e a documentarmi minuziosamente al mio rientro a Nimes».

«Perché da Firenze sei venuta a Roma?»

«Ho il volo per Parigi da Fiumicino tra tre giorni. Ho chiesto perciò a Luisa di ospitarmi».

«Benissimo! Allora possiamo incontrarci?».

«Sì! Mi farai conoscere Roma?»

«Certamente! Domani ti chiamo e ti porto in giro per la città».

Ormai la festa era finita. Gli invitati erano andati tutti via. Walter, dopo Luisa e Fabio, salutò anche Ursula che lo baciò inaspettatamente sul viso. Il giovane rimase di stucco ancora una volta e scese con lentezza i centoventi scalini, che lo separavano dall’uscita, pensando ad Ursula, di cui ormai si sentiva avvinto. Era tranquillo, compiaciuto e già svincolato dalle inquietudini sorte dal litigio con la sua ex, dalla quale Ursula si distingueva perché era affabile, cortese, raffinata, perspicace. E poi era una ragazza francese, per cui Walter comunque aveva una particolare predilezione.

La mattina seguente Walter al risveglio chiamò Ursula al telefono. Si incontrarono e andarono, mano nella mano, per  vie e viuzze romane fino a perdersi. Furono due giorni intensi e felici. Il giovane la condusse a vedere lo spettacolo unico di giochi d’acqua regalato dalla Fontana di Trevi, dove bevvero alla Fontanella degli innamorati. E, come avrebbe scritto in tal caso Dante Alighieri, Walter la bocca le baciò tutto tremante. Da quel bacio ne seguirono altri, e tanti altri a tal punto che si appartarono nel monolocale del giovane, dove diedero sfogo ai loro bollori amorosi più volte, più volte ancora. L’incanto terminò il giorno dopo, quando Ursula prese l’aereo. E quello fu l’ultimo giorno che Walter la vide. Il suo cuore andò in frantumi quando, ancora in quarantena perché positivo al virus ma risultato immune, seppe da Luisa un’amara notizia: Ursula, giunta a Nimes, era stata ricoverata in terapia intensiva perché colta dal virus, ma non ce l’aveva fatta. La natura anche in questi due casi aveva lanciato i suoi dadi ed in uno aveva vinto”.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).