Gli “Italiani” di Bruno Barbey

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Contrasto

Contrasto pubblica Gli italiani di Bruno Barbey un reportage fotografico introdotto da un testo di Giosuè Calaciura. Negli anni ’60 il giovane fotografo presentò questa raccolta di immagini all’editore Robert Delpire, che si offrì subito di pubblicarle come terzo volume ne l’Encyclopédie essentielle, una raccolta di libri che accostano testo e immagini, che già comprendeva Les Américains di Robert Frank (1958) e Les Allemands di René Burri (1962).

Le circostanze dell’epoca impedirono la realizzazione del libro ma il portfolio di fotografie italiane convinse i membri dell’agenzia Magnum Photos tanto da farlo entrare nella propria scuderia, così dopo decenni di lavoro e numerosi volumi Barbey pubblicò una prima versione di questo lavoro solo nel 2002 per le Editions de La Martinière, con un’introduzione di Tahar Ben Jelloun, da tempo fuori catalogo ormai. L’edizione di Contrasto è un ritorno all’idea originale.

Negli anni Sessanta Bruno Barbey – che diventerà un grande fotografo, tra i più rappresentativi di Magnum Photos – era solo uno studente di fotografia in Svizzera e cercava in tutti i modi di scappare dalla noia delle lezioni per scendere in Italia, possibilmente in sella a una moto, e fotografare questo paese straordinario, esotico eppure vicinissimo, pieno di energia, luce e personalità. Così, dall’amore vero e profondo di un giovane fotografo francese, che nel tempo registrerà il mondo e i suoi cambiamenti, nasce uno dei reportage più straordinari della storia della fotografia: Gli Italiani.

In un periodo sfolgorante ed emblematico come gli anni Sessanta, l’obiettivo e la curiosità di Bruno Barbey lo portano a peregrinare a piazza del Duomo a Milano come tra i vicoli di Napoli, sulla scalinata di Piazza di Spagna a Roma o nel centro di Palermo.

Sotto gli occhi di un ragazzo allegro e divertito che scopre con meraviglia una terra stupenda come I’Italia, vediamo anche il nostro recente passato, i nostri genitori o i nostri nonni, alle prese con una nuova stagione da inventare, un nuovo futuro da costruire: più che catturare l’istante compie spesso un lavoro raffinato di memoria, la nostra.

Immagini che sono documenti di verità in cui vediamo individui che cercano di rinnovare i fili spezzati della vita sociale e privata per girare pagina dopo la parentesi della guerra che ha rimesso tutto in discussione. Lo sguardo di Barbey racconta la storia di un’Italia unica, nuda e autentica e al contempo tagliata in due, in un bianco e nero che diventa la metafora di condizioni diverse. Il Nord che osa, e sembra già essersi riappropriato delle certezze mentre tutti condividono lo stesso sogno metropolitano, e il Sud in cui, nonostante la guerra sia terminata con due anni d’anticipo, la ricostruzione ha tardato a manifestarsi e la biancheria stesa come un drappeggio è stendardo della povertà.

Bruno Barbey ha fotografato tutti gli strati della società, sia in strada che negli interni, dalle occasioni religiose, all’eleganza della festa, ha immortalato il boom economico, esplosione di nascite e primavera di scommessa sulla vita. E ancora contadini, operai e proletari, tutti si mostrano e si raccontano con fiducia e verità: sono gli umili, i poveri, sprigionano fierezza, e mostrano tradizioni peculiari della spiritualità vitale, sincretica e pagana degli italiani, lontano dalla modernità cosmopolita odierna che mimetizza le contraddizioni.

BIOGRAFIA

Bruno Barbey, nato in Marocco nel 1941, ha studiato fotografia e arti grafiche all’École des Arts et Métiers di Vevey, in Svizzera. Dal 1961 al 1964 ha fotografato gli italiani, considerandoli protagonisti di un piccolo “mondo teatrale”. Nel 1964 è entrato a far parte della prestigiosa agenzia Magnum Photos. In oltre cinquant’anni di carriera, Barbey ha lavorato in tutti e cinque i continenti e ha coperto guerre e conflitti in Nigeria, Vietnam, Medio Oriente, Bangladesh, Cambogia, Irlanda del Nord, Iraq e Kuwait. Il suo lavoro è apparso sulle principali riviste del mondo e ha pubblicato oltre 30 libri. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Ordine Nazionale del Merito francese. Le sue fotografie sono esposte in tutto il mondo e sono presenti in numerose collezioni museali. Nel 2016 è diventato membro dell’Accademia di Belle Arti francese. Bruno Barbey è morto il 9 novembre 2020.


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