LATINA – Dopo l’udienza del processo Alba Pontina in corso in Tribunale a Latina, e la dichiarazione del pentito Riccardo,numerose le reazioni dei politici locali locali

CALANDRINI – In relazione agli articoli di stampa riferiti alle dichiarazioni rese in tribunale nell’ambito del processo “Alba Pontina”, intendo fare delle precisazioni. Nel 2013 io e Pasquale Maietta eravamo contemporaneamente candidati, lui alla Camera dei Deputati io al Consiglio Regionale ed entrambi facevamo parte di Fratelli d’Italia. Conseguentemente non posso escludere che Maietta, nello svolgere campagna elettorale per lui, abbia richiesto a terzi e quindi anche nell’ambiente calcistico nella sua qualità di allora presidente del Latina Calcio, di votare per me alle Regionali. Ricordo ancora che, sempre in quel periodo (2013), Maietta non solo non risultava coinvolto in alcuna vicenda giudiziaria ma risultava essere una figura politica di primo piano sia all’interno del partito sia per rivestire rilevanti cariche istituzionali cittadine (consigliere comunale eletto e assessore al bilancio). Posso inoltre dire con certezza che io non ho mai incontrato i tifosi, e se anche lo avessi fatto non lo considero una cosa disdicevole. Escludo nel modo più categorico di aver avuto conoscenza della presunta mediazione “specifica” di Maietta per “girarmi” 500 voti dalla curva dei tifosi del Latina Calcio. Dopo di ché le elezioni regionali si chiusero con un bilancio di circa 6.300 preferenze di cui 4.000 nella sola città di Latina, che non furono comunque sufficienti per la mia elezione in Regione. Ad ogni modo, fin dalla mia prima candidatura, nel 2002, il mio consenso elettorale e i voti raccolti sono perfettamente riconducibili a un elettorato storico e consolidato nel tempo. Le persone che mi hanno sostenuto e che mi sostengono tutt’ora le ho sempre incontrate alla luce del sole e nella più totale trasparenza. Questo è il solo modo che conosco di fare politica e di raccogliere consensi. Respingo quindi con forza qualsiasi allusione circa un mio presunto coinvolgimento per acquisire voti, direttamente o indirettamente, con modalità improprie o addirittura illegali, auspicando che la magistratura possa rapidamente chiarire tutte le presunte circostanze riferite dal pentito Agostino Riccardo.

D’ACHILLE – Mi auguro che la Lega, con il consigliere comunale Carnevale e il segretario cittadino Valiani, decidano di porsi in maniera diversa nei confronti dell’eurodeputato Adinolfi (Lega) e del senatore Calandrini (Fdi). Sono stati citati dal pentito Riccardo a proposito del presunto voto di scambio con la criminalità organizzata, dopo la prima rivelazione dell’altro pentito Pugliese che aveva raccontato dei voti comprati del consigliere regionale Tripodi (Lega). Mi auguro che, quanto prima, venga accertata la loro assoluta estraneità ai fatti. A me e all’assessora Leggio, la Lega di Salvini e i due polemisti di professione che la rappresentano in città, hanno chiesto le dimissioni, dicono, per una questione di opportunità politica sul Progetto Upper. Che diranno quindi delle affermazioni dei pentiti emerse dal processo e che riguardano colleghi della loro parte politica? Giustizialismo e moralismo gli si addicono davvero poco. Perché, al di là dei nomi specifici, quel che provano le parole di Riccardo e Pugliese, e tutte le rivelazioni che sono state scoperte nel corso degli anni, è il livello delle infiltrazioni che la criminalità aveva nei confronti della politica pontina. Spesso ci viene rimproverato di parlare del passato. Posso assicurare che ne faremmo volentieri a meno. Ma sono le cronache giudiziarie – e i fatti amministrativi che dobbiamo purtroppo scontare – a imporci questi ragionamenti.

MOSCARDELLI – Così si può condensare quanto detto in udienza dal pentito Agostino Riccardo al processo Alba Pontina, con l’indicazione dei nomi degli esponenti della destra in rapporto con i clan. Inoltre vari imprenditori e professionisti erano “sotto schiaffo”. Il clan Ciarelli Di Silvio dominava Latina. Era il culmine di percorso lungo che partiva dal lontano.  Il PD è stato il PROTAGONISTA nella lotta alla criminalità organizzata e attraverso la Commissione Antimafia ha radicalmente mutato l’atteggiamento dello Stato che ha reagito e contrastato con successo i criminali. Di fronte alle conferme del pentito che coprono solo gli ultimi anni dei rapporti con la destra, il PD intende andare sino in fondo perché questo livello di rapporti sia chiarito e denunciate le responsabilità politiche chiare di chi ha avuto stretti rapporti.  DOMANI il PD ANNUNCERÀ un’iniziativa a livello NAZIONALE . Ricordiamo negli anni 2000 l’ascesa del clan Ciarelli -Di Silvio che è stata irresistibile . L’azione di contrasto alla criminalità organizzata era praticamente inesistente e lo Stato a Latina aveva abdicato al suo ruolo. Il clan con varie centinaia di soldati aveva il controllo delle attività criminali del territorio e diveniva massa di manovra elettorale tra voti diretti, voti estorti, voti pagati e brogli elettorali. Nel 2009 il tentativo dei Casalesi per entrare a Latina è stato respinto con successo dal Clan Ciarelli – Di Silvio. Eppure a Latina ancora nel 2010, dopo le prime inchieste di Niccolò D’Angelo e gli omicidi di gennaio, si organizzavano cene elettorali con il clan per le regionali 2010. MAIETTA era conteso nel centrodestra fino a diventare il padrone del Comune di Latina e deputato di Fratelli d’Italia, tesoriere del gruppo parlamentare alla Camera. Oggi il pentito dichiara che era stato minacciato il Deputato di Fratelli d’Italia che doveva far posto a Maietta primo dei non eletti. Cha cha festeggiava come visto da alcuni video mandati in rete : a ragione era contento poiché le mani sulla città erano ben salde . Istituzioni dello Stato , vertici delle forze dell’ordine, politici di centrodestra , professionisti, imprenditori e società civile in genere erano in tribuna d’onore allo stadio ad omaggiare la società di calcio dominata dai  vincenti Maietta e Cha Cha. A dicembre 2014 la prima missione della commissione Antimafia a Latina. Il Questore De Matteis ha rotto l’incantesimo di Latina città aperta alla criminalità. Il Ministero dell’Interno ha sostenuto con uomini e mezzi straordinari l’attività delle forze dell’ordine. Ci furono delle inchieste e ci furono i risultati prodotti. La Commisdione Antimafia ha acceso i riflettori su Latina ed è stata con il fiato sul collo su tutte le istituzioni per reagire . Lo spaccato su cosa era Latina emerge ancora una volta in Antimafia. A maggio del 2016 altra audizione a Roma, stavolta con il Questore De Matteis, il quale rappresento’ in modo chiaro una realtà complessa della nostra provincia. Latina, già obiettivo della criminalità organizzata per il settore rifiuti e per la discarica ,  era dominata dal clan Ciarelli Di Silvio, organizzazione criminale forte , feroce e con coperture politiche . Capace di resistere all’ingresso dei Casalesi e poi di accordarsi con loro. Usura, racket e spaccio di stupefacenti tra i principali affari oltre alla penetrazione nel tessuto economico, sociale ed istituzionale. L’enorme massa di denaro per i profitti dell’attività criminale sapientemente gestita era oggetto di esportazione. Lo Stato segui’ il percorso di questo flusso di denaro ma attendiamo ancora le conclusioni su quanto consumato a Latina con tanto di scia di sangue . Inquietante sempre in quella audizione l’emersione del ruolo di Melaragni, capo di Gabinetto del tempo del Sindaco di Latina, ex poliziotto ed ex funzionario Sisde, che era l’autore materiale di un’interrogazione parlamentare a firma Maietta intimidatoria con il Questore De Matteis sullo stadio di calcio. Dall’inchiesta Olimpia risulterà che il Melaragni aveva concordato con il deputato Maietta l’interrogazione. Il Melaragni era stato portato a Latina dell’allora Questore Intini che si muoveva per piazzare nella Latina Calcio dell’era Maietta – Cha Cha un ex Questore, come dirigente.  Il 30 maggio 2017 ancora la missione dell’Antimafia nel Lazio. Varie interrogazioni parlamentari furono presentate insieme alla collega Capacchione in supporto all’attività in Commissione . Al clan Ciarelli-Di Silvio è stata contestata da ultimo l’associazione di stampo mafioso avendone tutte le caratteristiche. Finalmente il passaggio che rende chiari i connotati della Mafia di Latina. Lo Stato c’è e continua ad esserci ma troppe inchieste sono rimaste ferme, concluse e in attesa di provvedimenti . Sul rapporto con la politica, dopo quanto emerso nei rapporti con l’ex deputato di Fratelli d’Italia Maietta, tutto si è fermato . Ci aspettiamo che il lavoro delle forze dell’ordine venga valorizzato. Latina e provincia non sono come Palermo o Reggio Calabria o come la provincia di Caserta quanto a presenza di criminalità organizzata ma numeri e qualità delle organizzazioni criminali sono altissimi. Il clan Ciarelli Di Silvio a Latina è una minaccia attuale. Ha influito sulle campagne elettorali passate, molto di più di quella del 2016. Però nulla emerge. Da quando, all’inizio degli anni 2000, saltava in aria con un’autobomba un Di Silvio ad oggi i rapporti con la politica dominante a Latina città sono stati costanti. I rapporti politici sono stati sempre chiari e precisi, perfino ostentati . Ci sono esponenti politici che hanno rivendicato la loro amicizia con Cha Cha . Si potrà finalmente far luce sui rapporti con la politica negli anni d’oro dell’ascesa del clan ? Sono almeno 15 anni da indagare ma nulla trapela: politica, edilizia, riciclaggio, voto di scambio. Si deve andare a fondo.

FORTE – “Destano preoccupazione le dichiarazioni di un pentito di Latina che, nel corso del processo ‘Alba pontina’, sta tirando in ballo diversi politici nell’ambito del centrodestra per un presunto voto di scambio, e con l’accusa di connivenze con la criminalità locale, rinsaldatesi in periodo di campagna elettorale. Dichiarazioni che i giudici valuteranno con attenzione ma che impongono, da parte delle istituzioni e della politica, una seria riflessione.  Penso che tutta la classe dirigente debba prendere un serio impegno con l’intera comunità affinchè la battaglia per la legalità non sia un banale slogan, ma abbia una reale sostanza e diventi una patrimonio di tutti. Per quanto riguarda il Pd, mi sono fatto promotore di un intervento dei vertici nazionali, in particolare degli esponenti della commissione Antimafia, auspicando che Latina possa avere maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Alla stessa commissione d’inchiesta chiedo di celebrare proprio  nel capoluogo una seduta dove possano essere ascoltati i candidati sindaci alle elezioni del 2016, così come chiese il presidente Morra. Una audizione che faccia sentire a Latina la presenza dello Stato, con l’obiettivo di fare chiarezza sui lati oscuri ed inquietanti che troppo spesso leggiamo sulle cronache giudiziarie”.

 


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