ROMA – Ai domiciliari i genitori di Matteo Renzi per false fatturazioni e bancarotta fraudolenta. La guardia di finanza Tgcom24 ha posto agli arresti domiciliari Tiziano Renzi e Laura Bovoli per i reati di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. I genitori dell’ex premier Matteo sono accusati, assieme a un terzo soggetto, di aver provocato “dolosamente” il fallimento di tre cooperative dopo averne svuotato le casse, ricavando così in maniera illecita svariati milioni di euro. Con i genitori dell’ex premier sono indagate altre cinque persone, tra cui Roberto Bargilli, ex autista del camper di Matteo Renzi durante le primarie del Pd del 2012. Gli altri sono gli amministratori delle cooperative che avrebbero agevolato il sistema ritenuto illegale dai giudici.

Salvini: “Niente da festeggiare” – Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, affermando che “non c’è niente da festeggiare”. Le misure sono state emesse dal gip di Firenze. La terza persona coinvolta è Gian Franco Massone, imprenditore di Campo Ligure (Genova) e vicepresidente di una delle coop.

Le accuse – I tre sono stati nel tempo amministratori di fatto di tre società, due delle quali dichiarate fallite. Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l’emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistenti all’interno di una delle cooperative e, dall’altro, un’ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società tra il 2010 e il 2013.

Le indagini – Come riporta il Corriere, la svolta nelle indagini era arrivata nell’autunno 2018 grazie all’esame della documentazione acquisita presso la “Eventi 6”, la società di famiglia già finita sotto inchiesta proprio per una gestione “allegra” e la sparizione di fondi. Nel mirino erano finite tre cooperative: “Delivery”, “Europe service Srl” e “Marmodiv”. Queste ultime due furono perquisite nei mesi scorsi e il materiale sequestrato (libri contabili, fatture, contratti) avrebbe corroborato l’ipotesi accusatoria convincendo i magistrati e chiedere l’arresto dei coniugi Renzi per il timore di inquinamento delle prove, ma anche per la reiterazione del reato.


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