LATINA – A seguito della sentenza emessa dal Tribunale di Roma che sostanzialmente dà ragione al Comune di Latina sulla correttezza dell’iter amministrativo seguito, interviene l’Avvocato Alessandro Aielli, all’epoca consigliere comunale di minoranza.

“Attualmente al di là della propaganda portata avanti da Coletta, il vero grande “dazio” per la città è la sua
amministrazione ed il costo è pesantissimo, il vero “bluff” è il suo “libro nuovo” rimasto lettera morta. A
farne le spese sono i cittadini. Basta guardarsi intorno per vedere una città in declino, impoverita, svuotata
di visioni e ripiegata su se stessa dalla logica del “non fare”.
Non sono in grado di dire se il progetto della Metropolitana leggera possa essere ancora recuperato
stante l’inerzia politica con cui è stato affrontato il tema negli ultimi anni, ma quel che è certo è che si tratta
di un’opera strategica per l’economia, per lo sviluppo e per l’intera mobilità della nostra provincia e del
Lazio.
E’ impensabile che di fronte ad un’opera di così grande ed evidente rilievo pubblico del valore di 150 milioni
di euro, finanziati in parte dallo Stato con il CIPE e in parte dal privato, si arretri di fronte a qualche criticità
che, per quanto impegnativa, la politica deve avere la capacità ed il coraggio di superare nell’interesse
generale più ampio. Peggio ancora se a minare il progetto fossero misere operazioni di propaganda portate
avanti con tecniche di disinformazione volte a screditare il progetto.
Guardando all’interesse generale ricordo il parere pro-veritate commissionato dall’allora Commissario
prefettizio a seguito della caduta della Giunta Zaccheo, parere che confermava come si trattasse di un
classico progetto di finanza teso a realizzare un’opera comportante rilevanti esternalità positive in
termini di benefici sociali indotti giustificanti, appunto, la massiccia erogazione pubblica a carico dello
Stato.
Inimmaginabili e notevolissime, dunque, le ricadute di quest’opera nel territorio in termini di facilità di
spostamento da e per la capitale, con relativi flussi anche turistici oltre che di tipo lavorativo; in termini
occupazionali; ambientali e di generale miglioramento della qualità della vita.
Se fosse ancora possibile sarebbe dunque da irresponsabili non compiere tutto quanto necessario per far
sì che la Regione Lazio si impegnasse ad erogare il necessario contributo chilometrico per superare lo
scoglio della sostenibilità finanziaria dell’opera a regime una volta realizzata, che si è rivelato l’unico vero
ostacolo da superare come confermato dalla recente Sentenza del Tribunale di Roma che si è espressa sul
caso.
Ma è anche vero che in altre città questo tipo di opera è stata realizzata – peraltro con costi a carico delle
casse comunali diversamente di quello che accadrebbe per Latina – e in quei casi l’istituzione regionale si è
fatta carico di questo contributo, come peraltro accade regolarmente per altre forme di trasposto
altrimenti anch’esse non sostenibili finanziariamente.
Per quanto l’entità del contributo chilometrico fissato a 7,5 euro, va ricordato, ad esempio, che la Regione
Sardegna ha approvato un contributo pari a 7,21 euro per la Metro leggera di Sassari e che ad un preciso
quesito posto al Ministero delle Infrastrutture, quest’ultimo assicurava che in materia di federalismo fiscale
si sarebbe provveduto a fissare criteri uniformi per la determinazione di costi standard per ciascuna
tipologia di trasporto pubblico locale.
Ricordo infine che anche l’allora presidente della Regione Lazio, Pietro Marrazzo con una nota ufficiale si
era espresso in maniera favorevole definendo il progetto di ‘importanza strategica nel contesto del
trasporto rapido di massa della regione Lazio in quanto si raccorda con il tratto ferroviario Roma-Latina’.
Alessandro Aielli


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