Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Mario Draghi

Restituire l’onore alla politica a partire dai parlamentari di questa legislatura. Non c’è dubbio che il Governo Draghi, il nostro Perseverance, ce la metterà tutta per arrivare ad adempiere alla sua missione contro le emergenze ma è altrettanto indubbio che naviga nel vuoto istituzionale e di questo nel programma non c’è traccia d’impegno, volutamente perché sia la politica a farsene carico. Nemmeno un accenno da parte dei protagonisti maggiori delle due Camere dei loro Presidenti e della loro rivendicazione della centralità del Parlamento. Come e quando? Eppure loro sanno che a turno una delle due Camere non andrà oltre una formale ratifica e che su questa sottrazione tutte le forze disgregatrici lavoreranno per far saltare il governo. Non solo ma c’è pericolo che quanti si sono opposti ad una tentazione autoritaria facciano per necessità passi verso una prassi che darà ragione a chi ritiene ingovernabile il sistema. Ebbene l’onore degli eletti dal popolo si recupera solo se per loro sarà prioritario il compito di tutelare e rinnovare le istituzioni a loro affidate, quella casa comune di tutti gli italiani per la quale ogni sacrificio può e deve essere fatto, come l’adesione al Governo Draghi. L’attuale bicameralismo paritario, l’unico rimasto in Europa, con i ritardi e le distorsioni che provoca, nell’accelerazioni continua della globalizzazione, equivale a chi volesse competere in formula 1 con una rassegna di macchine d’epoca. Se non c’è questa consapevolezza di dover correre ai ripari rischiano d’essere stroncati tutti i tentativi che ci accingiamo a fare. Su questo si gioca l’onore della politica nella sua interezza delle rappresentanze che devono confrontarsi alla luce del sole senza più demonizzazioni e riserve opportunistiche. Un dato da oltre trent’anni scontato è che il Parlamento se chiamato contemporaneamente a sciogliere i nodi del governo e quelli istituzionali, alla stretta finale fa prevalere gli equilibri di governo. E dove allora trovare una sede di autonoma decisione? . Sì è l’ora di un’Assemblea costituente più volte da me sollecitata in abbinamento con le elezioni europee giacché tutte e due elette con il metodo proporzionale, il che avrebbe consentito a tutte le forze di dare il loro apporto alla luce del sole senza tema di inciuci. Se fosse per me, le elezioni per l’Assemblea dovrebbero tenersi in autunno insieme con le amministrative ma dubito che, a partire dai grillini , ci siano forze sufficienti disponibili a misurarsi con un sicuro ridimensionamento che influenzerebbe negativamente subito dopo l’esito delle politiche. Ma la celebrazione insieme con le politiche darebbe sostanza ed affidabilità alla alleanza strategica proposta dal PD ma finora un desiderio, pur se necessario, ispirato ad un campo largo che, senza una visione strategica comune a partire dalla costituzionale, pare ridursi a tenere insieme pezzi di nomenclature di pura sopravvivenza, tanto più che la propensione è per un proporzionale che non ingessi alleanze sul pro o contro qualcuno. Per essere certi che si eviti il corto circuito tra interessi di governo e quelli istituzionali, i membri dell’Assemblea costituente devono essere incompatibili con quelli parlamentari, di governo e di sottogoverno, a livello italiano e comunitario. ( Rodolfo Carelli )

 


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