LATINA- Lo vedo sempre di meno ma ricordo un ottimo allenatore di basket, pieno di simpatia che ha conquistato ottimi risultati. Angelino Muzio, coach molto popolare, frequentava piazza della Libertà, nelle vicinanze del mitico Bar Di Russo, insieme a Walter Bulgarelli, il barbiere e Giorgio Monti, detto “il pallonaro”. Scherzi, risate, discussioni politiche sullo sport, tante ore spensierate, un gruppo affiatato. Il flipper all’interno del bar era un’altra passione di Muzietto che, ogni volta, cercava di battere il record precedente. Tra le bizzarrie del “nostro” anche l’acquisto di una Maserati di colone viola, acquistata in tandem con un suo amico. I maligni raccontavano che fosse alimentata a gas. Possibile? Possedeva una Alfa Romeo bianca, sempre aperta a tutte le ore del giorno e della notte. Dopo aver lasciato l’Ab Latina, Muzio seguì per due anni, come assistente, un grande coach del basket italiano che aveva allenato formazioni di rango. Una domenica commise una leggerezza, un peccato veniale. Angelo perse tutti gli appunti che doveva consegnare al professor Nello Paratore, dopo aver visionato una partita del Trieste, un avversario della Lazio Basket che l’ex allenatore della nazionale azzurra voleva conoscere più da vicino, grazie a un osservatore attento come Muzietto. Il “vecchio” – così veniva affettuosamente chiamato dai suoi allievi più cari – perdonò Angelino, sempre un po’ distratto. Spiegò, poi, la teoria della macchina sempre aperta: “Se la lasci così, i ladri pensano che il proprietario sia nei paraggi molto vicino e non intervengono per rubarla, capito?” Altra teoria di Angelino: “Devi sempre dare ragione a tutti, anche quando hanno torto. Se una persona si sente sempre rispondere che quello che afferma è vero, a un certo punto si domanda il perché e comincia a riflettere, forse, sui suoi errori”. Muzio parla perfettamente il greco e quando attraccava al porto di Patrasso, proseguiva in macchina per la meta predestinata. Poche puntate in spiaggia, ma tanta cultura nelle escursioni quotidiane. La Grecia era la sua seconda patria, adesso frequenta nuovamente Latina,sa la lingua inglese ed ha girato il mondo. Gian Daniele – il figlio maggiore – si è laureato nel Regno Unito ed è un avvocato di rara competenza, che partecipa a convegni a livello internazionale. In corso della Repubblica, a Latina, il vecchio negozio ha cambiato insegna, non compare più “Profumeria Muzio”. Un pezzo di storia della città non c’è più. Un giorno Angelino mi ha detto: “Tu che frequenti le piccole isole, perché non mi trovi una bella casetta? Voglio solamente leggere buoni libri ed ascoltare musica”. Ho subito pensato a Ponza, Ventotene, Pantelleria, ma Muzio sapeva già dove doveva recarsi: aveva in mente le isole greche. Non ha mai amato particolarmente il mare, tanto che quando possedeva una splendida villa a San Felice Circeo difficilmente si recava in spiaggia, preferiva godersi il parco ombreggiato. L’atmosfera ellenica lo ha quasi rapito. Angelo, insieme a Sandro Scarsi e Felicetto Ferrazza, partiva dal porto di Bari per raggiungere la Grecia, la sua seconda patria,terra antichissima di filosofi, poeti e guerrieri.
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