LATINA – Nelle motivazioni che confermano e cristallizzano l’impianto accusatorio per lo scandalo dei concorsi della Asl, i giudici del Tribunale del Riesame sottolineano la disinvoltura di Claudio Rainone e scrivono: «Connota negativamente la personalità e induce a ritenere concreto ed attuale il rischio di reiterazione di condotte analoghe a quelle prese in esame». Il Tribunale di Roma, presidente Maria Agrimi, giudici Annalisa Pacifici, Vanessa Manni, si era pronunciato lo scorso 4 giugno in merito alla richiesta presentata dai legali di Claudio Rainone, gli avvocati Leone Zeppieri e Stefano Mancini, avverso la misura restrittiva richiesta dal Pm Valerio De Luca e firmata dal Gip Giuseppe Cario relativa alla prima tranche dell’inchiesta. L’impianto ha tenuto in pieno e i magistrati hanno messo in rilievo come dopo aver chiamato il giorno della prima prova alcuni candidati, Rainone li ha rassicurati. «Dopo l’estrazione del tutto casuale della domanda l’esame, in qualità di presidente della commissione, sarebbe stato da lui condotto e quindi indirizzato nella direzione concordata». E’ una circostanza suggerita agli inquirenti da una telefonata con una ragazza a cui l’ex direttore amministrativo della Asl diceva che se fosse uscita in sorteggio una domanda a lei non congeniale, sarebbe stato tutto risolto. «Ma poi ci penso io, puoi stare tranquilla, dimmi… tu mi devi solo dire». Anche con un’altra candidata avveniva la stessa cosa. «Sì tranquilla, il Coco, glielo pongo io come un contratto flessibile». Dalle carte è emerso che il giorno prima della pubblicazione della graduatoria, la candidata ha ricevuto in anteprima la notizia di essere quinta in graduatoria e che quindi aveva superato il concorso. Nella ricostruzione delle condotte dell’ex dirigente della Asl, i magistrati si sono soffermati anche su quando ha ricevuto l’avviso di garanzia. E’ un aspetto ritenuto centrale dal Tribunale.

«Si chiede insieme a Graziano Esposito, anche lui indagato, sulla versione da dare agli inquirenti e si domandava anche chi li avesse denunciati». Rainone, è la conclusione a cui è arrivato il Riesame, ha approfittato della sua posizione. «Con abilità, disinvoltura e spregiudicatezza, in occasione di due concorsi pubblici a dimostrazione anche della sua pervicacia. La ricostruzione del Gip, operata nell’ordinanza, è coerente con quanto è emerso negli atti di indagini del Pm». Le difese hanno presentato ricorso in Corte di Cassazione avverso questa prospettazione che ha accolto l’impianto della Procura. Le indagini sono scattate a seguito di un esposto presentato per presunte irregolarità nello svolgimento della procedura che aveva portato ad assumere «persone vicine a dipendenti della Asl di Latina». Rainone era stato destinatario anche di un altro provvedimento emesso lo scorso primo luglio, dove il reato contestato è corruzione e rivelazione aggravata di segreto d’ufficio. Insieme a lui è finito agli arresti domiciliari l’ex segretario provinciale del Pd Claudio Moscardelli. Anche questa ordinanza è stata impugnata dalle difese e il Riesame proprio nei giorni scorsi ha confermato le esigenze cautelari. Tra meno di 45 giorni si conosceranno le motivazioni.


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