Condannato ad 1 anno e 6 mesi il ristoratore che palpeggiò la bella giornalista. Ora Greta Beccaglia doni i soldi del risarcimento ai centri antiviolenza

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LATINA- 1 anno e 6 mesi, con la sospensione del carcere (bontà loro!), oltre a centinaia di migliaia di euro a titolo di “risarcimento”.

E’ la pena inflitta in primo grado al ristoratore marchigiano Andrea Serrani, che il 27 novembre 2021 palpeggiò la giornalista Greta Beccaglia.

Esterno dello stadio “Castellani” di Empoli. Si gioca la partita Fiorentina – Empoli. La cronista Beccaglia è in collegamento per l’emittente Toscana Tv.

Il ristoratore si avvicina e la sua mano sfiora il lato b della bella Greta.

Un atto di evidente goliardia – squallida e di cattivo gusto un po’ come gran parte del tifo da stadio – è stato ritenuto dai giudici una violenza sessuale vera e propria.

Sul tema la giurisprudenza ha molto dibattuto: nel 2016 gli ermellini hanno stabilito che, per classificare il palpeggiamento al pari di una effettiva violenza sessuale, occorre valutare il modo in cui la mano del “reo” tocca il corpo femminile, se con il palmo o con il dorso. Molto dipende anche dalla durata del contatto, se prolungato o fugace.

Sul tema la schizofrenia dei giudici è evidente: se il povero Serrani è stato condannato e sputtanato a reti unificate ( il Pm aveva chiesto sei anni di galera!), giorni fa Simona Panzera, giudice del tribunale di Lecce, ha archiviato la posizione di un 51 enne accusato dello stesso reato ai danni di una commessa.

Occorre attribuire alla violenza sessuale e non solo (quella psicologica è più subdola e non meno dolorosa) il suo giusto significato, sul piano sociale culturale e giudiziario.

Non può essere messo sullo stesso piano, infatti, il caso di un tifoso esaltato ed un po’ ignorante che dà una pacca sul sedere con uno degli ultimi casi di femminicidio più violento, quello che ha visto morire Alessandra Matteuzzi. Massacrata, lei sì, da un fidanzato ossessivo.

C’è poi un altro tema che ha a che fare con l’uso ( io direi abuso) che si fa del corpo femminile nelle trasmissioni calcistiche.

Ora, io sto al calcio come Giuseppe Conte alla politica, epperò mi chiedo perché gran parte delle giornaliste tv che si occupano di calcio, rispondano a dei criteri estetici precisi e standardizzati.

Fisici perfetti, sguardi ammiccanti, vestiti da soubrette. Intendiamoci, questo non giustifica nulla che non contempli volontà e consenso della donna, tantomeno una pacca sul sedere, ma c’è un tema di rispetto del femminile che passa anche dalla sua rappresentazione estetica.

C’è una cosa che potrebbe fare Greta Beccaglia: destinare i soldi che le darà il povero ristoratore marchigiano alle associazioni che si occupano di sostenere le donne vittime di violenza.

Quella vera.

 


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