Curiosità su Dante Alighieri

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Soltanto la poesia, più della filosofia, più della religione, più di qualsiasi altra disciplina, può condurre l’uomo alla salvezza, alla Beatitudine e, quindi, in definitiva alla Salute.                                                              Fabio Stassi

Il teatro Metastasio di Prato, su commissione del regista e attore Federico Tiezzi, ha affidato a grandi poeti contemporanei la teatralizzazione dell’opera di Dante. Edoardo Sanguineti ha preparato il Commento dell’Inferno. Un travestimento dantesco, a Mario Luzi il  Purgatorio: la notte lava la mente, a Giovanni Giudici Il Paradiso. Perché mi vinse il lume d’esta stella.

Il Purgatorio è la cantica dell’amicizia e dell’arte. Dante discorre di arte e letteratura con i poeti (Sordello, Guido Guinizzelli e Stazio) e con gli amici (Casella e Forese Donati). Le anime soffrono la loro giusta pena sorretti dalla speranza della gloria eterna.

«Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita». Inizia così lo straordinario viaggio ultraterreno di Dante attraverso i dolori e i tormenti del peccato dell’uomo, nell’abisso dell’Inferno.

         La Divina Commedia termina con le parole «a rivedere le stelle». Secondo il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Gianfranco Ravasi: «è proprio la struttura stessa del messaggio di Dante nella Divina Commedia: l’ultima parola di Dante è da Profeta della speranza».

La Divina Commedia  nella sua grandezza poetica e umana è uno dei capolavori della letteratura di ogni tempo che da sette secoli continua ad incantare i lettori. Il racconto di Dante è una metafora ideale del viaggio che è la vita con le sue luci e ombre.

Secondo il critico e filologo, Umberto Bosco (Catanzaro 1900- Roma 1987), i dubbi religiosi costituiscono l’ossatura del Paradiso. «La soluzione di essi, offerta nel Paradiso a tutti gli uomini, o giunge a una difficile conciliazione tra scienza e filosofia umana e Scrittura, o, per i più gravi e religiosamente  pericolosi, si risolve in un consiglio di abbandonarsi alla rivelazione».

Jorge Luis Borges considerava la Divina Commedia il miglior libro scritto da un essere umano. Infatti per alcuni lettori appassionati di Dante,  è un libro infinito che può lenire le nostre paure, il nostro mal di vivere, l’isolamento, l’infelicità, la sofferenza, il dolore, il senso dello smarrimento che può caratterizzare la vita. Dante ragiona, conversa con se stesso e con gli altri. E di tutto e su tutto prova pietà o compassione soprattutto per i dannati della terra. Ogni personaggio del poema, che Dante incontra nel suo viaggio poetico e spirituale, è una parte di lui. È un dannato tra i dannati, un penitente tra i penitenti, un paziente tra i pazienti, anzi è il primo dei pazienti. Il primo che ha bisogno di una cura.

«L’umana vita è oscura e dolorosa/e non è ferma in lei nessuna cosa/Solo il passo del Tempo è sempre uguale». Questi versi iniziali di una poesia di Umberto Saba costituiscono una sintesi della Divina Commedia e contengono le prime due parole, “vita” e “oscura” che si trovano nell’Inferno.

Michelangelo Buonarroti di Dante ha scritto un verso memorabile: «Simil uom, né maggior mai nacque»


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