Dopo la bocciatura del Ddl Zan sono scoppiate le polemiche e le proteste

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Dopo due anni di silenzio causa pandemia il Palermo Pride torna per le strade del capoluogo siciliano in una data particolare, all’indomani della bocciatura del Ddl Zan contro l’omotransfobia da parte del Parlamento. Un ritorno che ha portato in piazza per la partenza dal Foro Italico oltre duemila persone. E ha il sapore politico lo slogan di quest’anno: “Fascisti tremate, le streghe sono tornate” campeggia sullo striscione che apre il corteo. Striscione che non vede dietro a sorreggerlo per la prima volta il sindaco Leoluca Orlando, che ha comunque partecipato alla manifestazione insieme a buona parte della giunta, ma a cui è stato chiesto di fare un passo indietro per evitare qualsiasi presenza politica alla testa del corteo. “Chi ha bloccato la legge Zan approfittando del voto segreto è senza dignità – dice il sindaco di Palermo –. La bocciatura al Senato è un atto eversivo che viola i principi della Costituzione”. Grande attesa anche per il collegamento da remoto dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, a cui il Pride ha voluto lanciare tutta la sua solidarietà dopo le ultime vicende giudiziarie.

Mentre a Torino hanno risposto in circa un migliaio, presente anche il sindaco Stefano Lo Russo: “La nostra posizione è molto chiara, il ddl Zan va approvato e va approvato per una questione di diritti”, ha chiarito appena arrivato in piazza con gli assessori Chiara Foglietta e Jacopo Rosatelli. “Torino è e resterà la capitale dei diritti di tutte e tutti – ha aggiunto poco dopo Lo Russo su Facebook – I diritti vivono con le persone e si affermano nella società. Siamo in piazza a sostenere un disegno di legge giusto, di civiltà: quello di difendersi da violenze e discriminazione. Torino continuerà a far sentire la sua voce e saremo sempre contro ogni forma di discrimazione e odio”.

Le piazze lo accusano, il Pd lo considera ormai apertamente un avversario politico, influencer e star dello spettacolo lo hanno messo nel mirino. Matteo Renzi, però, non ci sta a passare come il killer del Ddl Zan. Nel pieno di quella che nel suo partito giudicano un’offensiva politica per isolarlo, lui reagisce e, pur non rispondendo direttamente ai sospetti di aver votato con la destra contro il provvedimento, contrattacca.

Alessandra  Trotta

( Giornalista e Scrittrice )


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