Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr sia solo un insieme di progetti, tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi e scadenze. Metteteci dentro le vite degli italiani, le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicaizoni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere la propria attività, l’ansia dei territori svantaggiati, la consapevolezza che l’ambiente va tutelato. Nell’insieme dei programmi c’è il destino del Paese, la sua credibilità”. Inizia così il discorso del premier Mario Draghi alla Camera dei deputati presentando il Piano italiano per il Next generation e il Recovery plan con cui l’Italia si candida a ricevere i fondi necessari a ripartire dopo la pandemia. Il governo vuole “consegnare alle nuove generazioni un paese più moderno”. E ciò sarà possibile grazie ai fondi europei, oltre 200 miliardi di aiuti in sei anni, e alle riforme che vanno messe in campo per dare solidità alla ripresa economica. Lo dice Draghi stesso: “L’opera fallirà se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini pronti a sacrificarsi per il bene comune. A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani”.
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